C'è l'ok del Capo di Stato, il testo alle Camere

La firma arriva ma restano ancora molti dubbi sulla nuova bozza del testo della Legge di bilancio, spedita nel pomeriggio di ieri al Quirinale e rimandato alle Camere con la sottoscrizione di Mattarella e con tutto il suo carico di incertezze anche se, naturalmente, l'ok del Capo dello Stato rappresenta il primo passo in avanti verso l'approvazione della nuova Manovra dopo la bocciatura della bozza precedente: “Ho inviato alla Camera dei Deputati la manovra del popolo – ha fatto sapere il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro -. Sono orgoglioso di consegnare al Parlamento un testo che contiene le misure del Governo per rilanciare la crescita del Paese. Grazie a questo provvedimento finalmente al centro ci sono i cittadini. Il cambiamento che abbiamo promesso è realtà”. L'approdo in Aula è previsto, come trapelato nelle scorse ore, tra il 29 e il 30 novembre.

Il nuovo testo

Già nel pomeriggio di ieri era stato annunciato il taglio del fondo alle famiglie, mentre nel testo è presente la misura che prevede terreni gratis in gestione per 20 anni per le famiglie in attesa del terzo figlio. Ci sono anche le riduzioni dell'80% ai trasferimenti per le Regioni che non adempiranno alle norme previste sul taglio dei vitalizi a presidenti e consiglieri entro i primi 4 mesi dall'approvazione del provvedimento. A ogni modo, stando a quanto stabilito nell'articolo 76 del testo di Legge, non verranno toccati i fondi alla Sanità e ai servizi essenziali, quali le scuole per disabili. Qualche modifica dunque ma, sostanzialmente, la Legge di bilancio firmata dal Presidente della Repubblica conferma a grandi linee l'impalcatura della Manovra anche se la bozza non prevedeva (probabilmente per rischi d'incostituzionalità) il taglio alle pensioni d'oro il quale, però, potrebbe essere ripreso in fase di emendamenti: “La norma sulle pensioni d'oro – spiegano fonti M5s – sarà messa in commissione”. Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, l'introduzione è a 9 miliardi l'anno con la maggiore spesa prevista nel 2019 a 6,8 miliardi. Il restante verrà attinto dai già ingolbati fondi del reddito d'inclusione.