Castrazione chimica, il governo si divide

Continua a dividere il tema della castrazione chimica, tornato in auge dopo il voto favorevole della Lega a un ordine del giorno proposto da Fratelli d'Italia durante la discussione alla Camera sul Codice rosso contro la violenza sulle donne. Un voto (per il quale il governo si era rimesso all'Aula) che, a ogni modo, non è bastato  a far approvare l'odg proposto da FdI, visto anche il parere contrario del Movimento 5 stelle, oltre che dei partiti d'opposizione: 383 voti contrari, 126 favorevoli e un astenuto i numeri della votazione. Nulla di fatto ma, allo stesso tempo, un nuovo segnale della spaccatura della maggioranza sull'argomento, sul quale il Carroccio aveva fatto dietrofront nella giornata di ieri al momento di votare l'emendamento sull'istituzione del reato di revenge porn. Con il testo proposto dai deputati di Fratelli d'Italia, si impegnava il governo “ad adottare ogni opportuna iniziativa, anche di carattere normativo, volta a introdurre la possibilità di subordinare la concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena in caso di condanna per reati sessuali a trattamenti terapeutici o farmacologici inibitori della libido”.

Contrari e astenuti

Contraria anche Forza Italia, i cui deputati hanno contribuito a bocciare l'ordine del giorno proposto da Fratelli d'Italia: “La corsa Salvini-Meloni – commenta su Twitter la presidente dei deputati azzurri, Mariastella Gelmini – a scavalcarsi a destra si schianta contro i numeri. Su ordine del giorno di FdI sulla castrazione chimica, la maggioranza si è spaccata e Lega e Fratelli d'Italia si sono visti bocciare l'odg con 383 voti. Il convoglio sovranista è deragliato in partenza…”.  Va ricercato proprio nel Carroccio, invece, l'unico astenuto sulla votazione: “Credo che lo Stato non abbia mai diritto di interferire in questa maniera – ha detto il deputato Giuseppe Basini, 72enne ex docente del Cern, motivando la sua decisione -. Se uno ha tendenze aggressive dobbiamo permettere la lobotomia prefrontale? Io non credo che faccia parte del diritto e delle nostre tradizioni un provvedimento come questo”.