Carabinieri e Finanza nella sede della Consip per acquisire documenti sugli appalti

La Procura di Roma ha disposto un’acquisizione di atti relativi ad appalti nella sede dalla Consip. L’operazione è stata eseguita da parte dei carabinieri della Capitale e dalla Guardia di Finanza. Piazzale Clodio anche chiesto di sentire in incidente probatorio Marco Gasparri, il dirigente della Consip accusato di corruzione nel filone dell’indagine che ha portato all’arresto dell’imprenditore Alfredo Romeo il primo marzo scorso. Obiettivo del procuratore aggiunto Paolo Ielo e del sostituto Mario Palazzi è cristallizzare le sue affermazioni che sono alla base delle accuse mosse a Romeo.

Parlando sia con i magistrati romani che con quelli di Napoli, il dirigente della centrale acquisti della pubblica amministrazione avrebbe affermato di avere ricevuto, nell’arco di tre anni, circa 100 mila euro da parte di Romeo per ottenere informazioni relative agli appalti banditi dalla Consip.

Dopo l’indagine per falso aperta nei confronti del capitano del Noe Gianpaolo Scafarto da piazzale Clodio, tiene banco la vicenda del presunto scontro fra la procura di Roma e quella di Napoli. Per fare luce sul caso il consigliere laico in quota Forza Italia Pierantonio Zanettin ha chiesto al Csm di aprire un fascicolo. Intervistato dal Mattino l’esponente azzurro ha ribadito la necessità di “andare a fondo, per capire se si è trattato di un semplice errore o se c’è dell’altro. C’è bisogno di rassicurazioni sul lavoro investigativo delle Procure e ancora di più quando ci si trova di fronte ad uffici giudiziari così importanti”.

A smentire la lite tra i due uffici giudiziari è stato il pm napoletano Henry John Woodcock: “Non esiste. Stimo e sono amico di Paolo Ielo“. Il magistrato, sentito da Repubblica, ha escluso categoricamente anche l’ipotesi di un complotto contro Matteo Renzi. “Sarebbe folle anche solo pensarci. Sulla frase incriminata attribuita da Scafarto a Romeo anziché a Italo Bocchino (“Renzi l’ultima volta che l’ho incontrato”), Woodcock ha ammesso che si è trattato di “un grave errore, non c’è dubbio, ma mi chiedo cui prodest?”.