Cantone: inserire nel Pil i proventi delle mafie significa legittimarli

La bolla come una “stupidaggine” e spiega come sia difficile stimare l’importo di attività illecite: lo ha detto il presidente dell’Autorità nazionale anti corruzione, Raffaele Cantone, durante la registrazione della puntata di ‘2Next’, riferendosi al dettame europeo che prevede di inserire nel calcolo del Pil anche i proventi degli affari della criminalità organizzata.

I traffici legati alla droga, alla prostituzione e al contrabbando di sigarette o alcol sono entrati a tutti gli effetti nella misura del Pil: il sistema Ue, infatti, vuole l’inserimento delle attività illegali nel Prodotto interno lordo per tutti gli Stati membri. In Italia, per la prima volta, succederà a partire da questo autunno: l’Istat ha infatti già annunciato che si allineerà alle indicazioni di Bruxelles.

Durante la puntata di ‘2Next’, che andrà in onda domani sera su Raidue, il presidente dell’Autorità nazionale anti corruzione, ha spiegato: “Comprendo la scelta dell’Unione europea, ma faccio fatica a credere che sia facile da stimare l’entità delle attività illecite. Inoltre si finisce per dare a queste una sorta di legittimazione”. Parlando poi della stima del costo della corruzione in Italia, Cantone ha affermato che “si basa su dati molto poco scientifici. Faccio fatica a capire come si arrivi a questi famosi 60 miliardi, è una stima esagerata in Italia”.