Bossi l'europeista: “Bisogna dar retta a Bruxelles”

Si sapeva che la bocciatura sarebbe arrivata, bisognerebbe dare più retta all'Europa“. Così Umberto Bossi ha risposto ai giornalisti sulla bocciatura della Manovra italiana da parte dell'Unione europea, a margine di un appuntamento, a Torino, in ricordo di Gipo Farassino, il cantautore e attore che fu anche parlamentare e assessore regionale per la Lega Nord. “Io sono sempre stato europeista – ha detto Bossi – in Europa noi entrammo per un motivo, per cercare di spendere meno, non per cercare di avere di più”.

Quando Bossi attaccava l'Europa

Eppure nel 2002 il Senatùr affermava: “Faremo una resistenza civile all'Europa dell'invasione normativa”. Bossi parlava di “dominio della tecnocrazia”, di “una macchina burocratica apolide”, di “un processo discutibile che mette in pericolo le nostre libertà“. Inoltre l'allore segretario del Carroccio osservava: “Chi vuole un'Europa senza Stati vuole un superstato, vuole l'Unione sovietica disegnata da Stalin… vuole un potere giudiziario superiore alla sovranitò popolare; vuole una Europa giacobina che purga con la supremazia del potere giudiziario rispetto alla sovranità”.

“Lega? Non vedo bene il traguardo”

Bossi critica anche l'alleanza Lega-M5s: “Ci avrei pensato dieci volte a fare l'accordo con il Movimento 5 stelle: sono la vecchia sinistra extraparlamentare e quindi potrebbero proporre di nuovo lo Stato produttore, e noi sappiamo che è un modello fallito ovunque”. Sul futuro del Carroccio afferma: “Non vedo bene il traguardo. La Lega era stata fatta per sfuggire alla trappola mortale dello Stato, o per lo meno per contribuire a cambiarlo. Questa Lega è un'altra cosa“.