Boeri, scontro con l'esecutivo

Toni accessi fra governo e Inps, ancora in rotta di collisione sul tema del Decreto dignità presentato nei giorni scorsi dal ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio. Il presidente dell'Istituto di previdenza, Tito Boeri, in audizione alla Camera ha ripercorso le polemiche degli ultimi giorni, commentando in particolar modo le critiche ricevute dai due vicepremier: “Se nelle sedi istituzionali opportune mi venisse chiesto di lasciare il mio incarico anticipatamente perché ritenuto inadeguato a ricoprirlo, ne trarrei immediatamente le conseguenze. Ciò che non posso neanche prendere in considerazione sono le richieste di dimissioni on line e le minacce da parte di chi dovrebbe presiedere alla mia sicurezza personale”.

L'affondo di Boeri

Parole decise che, inevitabilmente, ravvivano ancora una volta il fuoco dello scontro anche perché Boeri insiste, tirando nuovamente in ballo il ministro del Lavoro: “Affermare che le relazioni tecniche esprimono un giudizio politico, come ha fatto il ministro Di Maio, significa perdere sempre più contatto con la crosta terrestre, mettersi in orbite lontane dal nostro pianeta”. Il presidente Inps ha precisato che, personalmente, non è “affatto contrario allo spirito del provvedimento”, sottolineando però che “questo non mi esime dal fare i conti con la realtà che, spesso, ci impone delle scelte… L’esecutivo che mi ha nominato – prosegue – non mi ha mai chiesto di giurare fedeltà al suo programma, né io avrei mai accettato di farlo. Chiedo lo stesso rispetto istituzionale a questo esecutivo, non tanto per me stesso, quanto per la carica che ricopro” che, precisa, “ha 120 anni di storia alle spalle”.

Di Maio: “Si è seduto sui banchi dell'opposizione”

La risposta del vicepremier, Di Maio, è stata affidata a un post apparso su Facebook: “Boeri dice a me di aver perso il contatto con la realtà. La verità è che oggi si è seduto sui banchi dell'opposizione. Non è la prima volta, speriamo sia l'ultima”. Una reazione che aveva seguito di poche ore quella filtrata da alcune fonti di Palazzo Chigi, le quali avevano parlato di toni “inaccettabili e fuori luogo” usati da Boeri, lui che, spiegano, dovrebbe mantenersi su un piano “squisitamente tecnico”. Sulla polemica è intervenuto anche il ministro dell'Interno, Matteo Salvini: “Minacce a Boeri? Ma quando mai. Il presidente super-attaccato alla poltrona dimostra ancora una volta grande fantasia, come quando chiede più immigrati per pagare le pensioni, o quando difende la legge Fornero. Se vuole fare politica con la sinistra che l’ha nominato si candidi, altrimenti lavori per migliorare la qualità dei servizi offerti dall’Inps ai cittadini”.

La polemica

La diatriba a distanza fra Boeri e il Ministero dello Sviluppo economico prosegue da giorni, per la precisione a seguito delle stime presentate dall'Inps alla ragioneria generale dello Stato, al Mef e allo Sviluppo economico sul numero di posti di lavoro che potrebbero andare persi in conseguenza del decreto. I dati per l'elaborazione delle stime erano stati forniti dallo stesso Ministero: “Vi sono ampie ragioni, sia teoriche che empiriche, per ritenere che il provvedimento possa avere, almeno inizialmente un impatto negativo sull'occupazione”. Parlando di 8 mila posti di lavoro in meno, Boeri ha specificato che tali stime possono “apparire addirittura ottimistiche se si tiene conto che ai lavori in somministrazione vengono estese tutte le restrizioni stabilite dal decreto per i contratti a tempo determinato”.