Bankitalia e Fmi frenano sulla Fornero

Le passate riforme pensionistiche e del mercato del lavoro dovrebbero essere preservate e ulteriori misure andrebbero perseguite, come una decentralizzazione della contrattazione salariale per allineare i salari con la produttività del lavoro a livello aziendale”. L'avviso arriva dal Fondo monetario internazionale (Fmi) che, in relazione al progetto dell'esecutivo di cancellare la legge Fornero (impegno inserito all'interno della Nota di aggiornamento del Def), spinge per il mantenimento della normativa vigente in fatto di pensioni, posizione rincarata anche da Bankitalia: “La Nota – ha spiegato il vicedirettore generale Signorini – sottolinea giustamente che le riforme pensionistiche introdotte negli ultimi vent’anni hanno significativamente migliorato sia la sostenibilità sia l’equità intergenerazionale del sistema pensionistico italiano”. Un punto sul quale, a ogni modo, per il vicepremier Matteo Salvini non esistono margini di trattativa: “Sulla riforma della Fornero niente e nessuno ci potrà fermare. Andiamo avanti tranquilli, l’economia crescerà anche grazie alla modifica della Fornero, un’opera di giustizia sociale che creerà nuovi posti di lavoro”.

Signorini: “Effetto limitato dallo stop all'Iva”

Durante la sua audizione di fronte alle commissioni Bilancio schierate di Camera e Senato, Signorini ha ricordato che “è fondamentale non tornare indietro su questi due fronti, soprattutto quando i rischi per la sostenibilità dei conti pubblici aumentano”. Secondo il vicedirettore generale di Palazzo Koch, “l'aumento dei trasferimenti correnti, così come gli sgravi fiscali, tendono ad avere effetti congiunturali modesti e graduali nel tempo; stimiamo che il moltiplicatore del reddito associato a questi interventi sia contenuto”. Per quanto riguarda lo stop all'Iva, dovrebbe esserci anche qui “un effetto limitato, che potrebbe essere ancora inferiore o nullo se il mancato aumento dell'Iva fosse già stato incorporato nelle aspettative delle famiglie”. Bankitalia sposta l'attenzione anche sulla questione Pil, spiegando che “una prosecuzione della crescita congiunturale rimane a tutt’oggi la previsione centrale. Nel Bollettino economico di luglio prefiguravamo un aumento del Pil pari all’1,3 per cento quest’anno e all’1 nel 2019, ipotizzando la completa disattivazione delle clausole di salvaguardia sulle imposte indirette”.