Bagarre in Aula ma c'è il sì della Camera

Giornata complicata alla Camera dove, alla fine, il Decreto Genova ha ottenuto il via libera dei deputati, pronto per essere spedito al Senato per la seconda lettura. Tra diserzioni, astensioni e abbandoni dell'Aula, il testo ha ottenuto infine la maggioranza con 284 sì marcati Lega, M5s e Fratelli d'Italia, 67 no (quelli della sinistra con Pd,Leu) e 41 astenuti (Forza Italia). Come detto, quella vissuta a Montecitorio è stata una giornata intensa, fatta di bagarre in Aula e critiche feroci al testo del decreto, con respingimenti a oltranza degli emendamenti all'articolo 25, nel quale si parla del condono per i comuni di Ischia colpiti dal sisma dell'agosto 2017. Un passaggio fortemente contestato dall'opposizione a marca Pd, con il tweet al veleno dell'ex premier Renzi a sottolineare che “nelle ore in cui l'Italia è flagellata dal maltempo il Parlamento vota l'ennesimo condono nascondendosi dietro il dramma di Genova”.

 

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L'odg respinto

Assieme agli emendamenti soppressivi, anche quelli che limitavano gli effetti del condono sono stati respinti, alimentando le polemiche con gli esponenti del Partito democratico e rallentando a ritmi vertiginosi il processo di voto, proseguito fino a tarda notte. Ad alimentare le furie dem, anche il respingimento di un ordine del giorno che impegnava il governo “ad assicurare la realizzazione della Gronda di Genova quale opera infrastrutturale strategica confermandone il progetto e il relativo crono programma”. Alla base del rifiuto (l'odg è stato votato da FI e FdI, non da Lega e M5s) la dicitura “assicurare”, verbo al quale sarebbe stata preferita una formula più “aperta” che parlasse di “valutazione” piuttosto che di certezza assoluta.

La bagarre

In sostanza, lo scontro in Aula si è consumato più sulla questione dei condoni a Ischia che, al di là dello stop sulla Gronda, su Genova (i punti sul Ponte Morandi sono stati tutti approvati): “L’opposizione – ha spiegato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro – annuncia ostruzionismo, e la cosa mi dispiace molto, perché la gente di Genova merita l’approvazione sollecita del provvedimento. Noi lavoriamo perché questo risultato sia raggiunto al più presto”. In giornata, il presidente del Pd Orfini aveva aperto alla possibilità di approvazione, ribadendo però l'irremovibilità del Nazareno sulla cancellazione delle sanatorie a Ischia, nodo cruciale della discussione assieme al passaggio del decreto nel quale si parla della possibilità di impiego di idrocarburi nei campi. Nodi tutt'altro che sciolti, i quali hanno contribuito a posticipare a oltranza il voto e ad alimentare un acceso dibattito proseguito fino a notte inoltrata.