Assegno di ricollocazione: partite 30 mila lettere, Gentiloni ricorda Marco Biagi

Con trentamila lettere inviate inizia la fase sperimentale dell’assegno di ricollocazione, strumento messo a disposizione dal Jobs Act per i disoccupati alla ricerca di nuovo impiego. Lo ha annunciato il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ad Avellino dove ha visitato il centro per l’impiego. “Le trentamila lettere – ha detto il premier – sono il 10% del totale di quelle che verranno inviate a regime”.

I destinatari sono stati individuati tra i lavoratori che percepiscono da almeno quattro mesi il Naspi (Nuova prestazione di assicurazione sociale per l’impiego). A loro sarà inviato un bonus fino ad un massimo di 5 mila euro per poter usufruire di “assistenza intensiva” alla ricollocazione in un centro per l’impiego oppure in un’agenzia per il lavoro accreditata.

“Estendere gradualmente a tutti le tutele sul lavoro. In questa direzione deve muoversi l’attività dell’Anpal, l’agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro” ha detto il premier ricordando la figura di Marco Biagi, ucciso dalle Nuove Brigate Rosse il 19 marzo 20012.

“A pochi giorni dal quindicesimo anniversario del barbaro assassinio di Marco Biagi – ha evidenziato Gentiloni – è doveroso ricordare il suo messaggio lungimirante sulle politiche attive del lavoro, che prevedono non solo la tutela dei posti di lavoro ma l’assistenza e l’accompagnamento del lavoratore da parte dello Stato“.

In occasione della visita del premier il presidente dell’Anpal (l’agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro) Maurizio Del Conte, ha riferito che 860 lavoratori di Almaviva hanno già ricevuto l’assegno di ricollocazione. “Entro la settimana prossima saranno 1000 – ha aggiunto – sui 1666 lavoratori licenziati dalla multinazionale dei call center ad aderire allo strumento gestito da Anpal sarà dunque l’83,5% dei lavoratori”. Con questa iniziativa, ha concluso Del Conte, “il disoccupato vuole mettersi in gioco e partecipa al percorso di accompagnamento al lavoro. E’ una svolta culturale che passa dal mero parcheggio del sussidio di disoccupazione all’attivazione“.