Arrestato in Messico pericoloso latitante camorrista: estradato in Italia

Era latitante da quasi 20 anni il narcos della camorra, Giulio Perrone, tratto in arresto nella giornata del 10 marzo in Messico. Sul 65enne, originario di Gragnano, grava una condanna (emessa nel 1998) a 22 anni di reclusione per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. L’ex elemento di spicco della mafia campana è stato preso in consegna all’aeroporto di Roma Fiumicino, dove è stato accolto dagli agenti della Squadra Mobile di Napoli-Sezione Catturandi, del Servizio Centrale Operativo e del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia-Interpol. Perrone, particolarmente attivo negli anni ’80 e ’90, durante i quali era considerato uno dei principali narcotrafficanti, era espatriato nello Stato nordamericano probabilmente nel 1994, quando si erano perse le sue tracce dopo l’arresto (assieme alla moglie) dell’anno precedente, per aver tentato di introdurre e trasportare in Italia oltre 16 chili di cocaina, destinata alle famiglie camorristiche, per essere poi venduta al dettaglio. Le principali importazioni di Perrone provenivano dalla Germania.

La nuova vita in Messico

Le indagini sul suo conto sono comunque proseguite, attraverso un minuzioso lavoro svolto dagli investigatori e dalla Polizia scientifica, grazie al quale è stato possibile risalire alla sua falsa identità, assunta sul social network Facebook sotto il nome di Saverio Garcia Galiero (cognome materno). Stando a quanto riportato dagli inquirenti, l’uomo si sarebbe stabilito nello stato di Tampulias, precisamente nella città di Tampico, nota roccaforte dei traffici narcos. Qui aveva ricostruito la sua vita, sposandosi nuovamente e avendo figli messicani.

L’arresto del latitante

Dopo l’identificazione ottenuta grazie all’analisi delle immagini postate sulla piattaforma web dallo stesso Perrone, la Polizia di Stato italiana ha fornito ai colleghi messicani le informazioni utili a bloccare il latitante presso la sua abitazione e a trarlo in arresto. Immediata l’espulsione dal territorio americano e l’estradizione verso l’Italia, dove è arrivato nella tarda serata del 10 marzo. Dopo la notifica dell’ordine di carcerazione, l’ex latitante camorrista è stato condotto in carcere, per espiare la pena.