Appalti Consip, la Procura apre un fascicolo sulla fuga di notizie

La Procura di Roma ha avviato un’inchiesta in seguito alla fuga di notizie sulla vicenda degli appalti Consip, dopo aver tolto la delega alle indagini ai carabinieri del Noe. Secondo quanto si apprende da ambienti giudiziari riportati dalle agenzie, i procedimenti al momento sarebbero contro ignoti. Nel mirino degli inquirenti, quei pubblici ufficiali che hanno avuto a che fare con l’inchiesta e che dovessero risultare responsabili della fuga di notizie. A far scattare le indagini, la violazione del segreto istruttorio a seguito della pubblicazione di atti di indagine anche coperti da omissis nei provvedimenti emessi dall’autorità giudiziaria sulla vicenda Consip. Ciò ha generato sconcerto negli inquirenti titolari degli accertamenti.

Intanto sia i magistrati di Roma che quelli di Napoli hanno smentito contrasti nella conduzione dell’inchiesta. La Procura di Roma ha smentito alcune ricostruzioni apparse sui quotidiani in merito ad attriti tra i due uffici giudiziari in relazione all’inchiesta sugli appalti nella centrale acquisti della pubblica amministrazione. Posizione ribadita anche da Nunzio Fragliasso, procuratore reggente di Napoli: “Non vi sono contrasti, né divergenze tra la Procura di Roma e quella di Napoli in merito all’inchiesta Consip in relazione alla quale prosegue il collegamento investigativo tra le rispettive indagini, in perfetta sintonia tra i due Uffici requirenti” ha dichiarato il magistrato.

Sul fronte delle indagini è atteso per questa settimana l’interrogatorio, in qualità di persona informata dei fatti, del candidato alla segreteria del Pd Emiliano, che intervenendo alla trasmissione televisiva “In mezz’ora” ha affermato di non avere “nulla da testimoniare contro nessuno. Hanno rinviato sistematicamente questo interrogatorio, evidentemente non è così urgente”. Altissima anche la tensione politica. Dopo il duro scontro tra Grillo, che aveva accusato Renzi di aver “rottamato” il padre Tiziano, indagato, e la replica dell’ex premier che aveva risposto “Buttati come sciacallo sulle indagini, se vuoi, caro Beppe Grillo. Mostrati per quello che sei. Ma non ti permettere di parlare della relazione umana tra me e mio padre”, Pd e Pentastellati sono ai ferri corti dopo la richiesta di dimissioni del ministro Lotti. Di Maio (M5S) ha parlato di “atteggiamento spregiudicato da parte sia di membri di governo che di quello che viene definito giglio magico”. Immediata la replica del parlamentare Pd Romano: “Quelli come lui alimentano la cultura del sospetto. I 5 Stelle sono portatori di una ributtante doppia morale”.