Aosta la provincia in cui si vive meglio, maglia nera per Vibo Valentia

Dopo le città è la volta della classifica delle province con la migliore qualità della vita. Stavolta a primeggiare è Aosta, seguita dagli hinterland di Milano e Trento, che si confermano nella top 5.

Balzo in avanti per Belluno che dalla 17ma posizione del 2015 sale in quarta posizione. All’ultimo posto invece una realtà del Mezzogiorno, Vibo Valentia. Sono alcuni dei risultati della tradizionale indagine del Sole24Ore.

Buone notizie, stavolta per Roma, che si posiziona al 13mo posto, spinta dal valore del patrimonio immobiliare e dai flussi turistici legati al Giubileo. La provincia della Capitale recupera così 3 posizioni rispetto al piazzamento dello scorso anno. Maggiore attenzione nell’indagine di quest’anno “alle esigenze e ai problemi più attuali della collettività: il valore della casa, il lavoro per i giovani, la capacità di innovazione, l’integrazione degli stranieri, l’offerta di welfare, la partecipazione civile” spiega il giornale economico-finanziario.

Restano comunque il divario tra Nord e Sud, quello tra le province di maggiori dimensioni frenate dai nodi sicurezza e ambiente nel loro slancio in avanti, e spiccano le realtà medie o piccole, spesso beneficiate dall’autonomia, in evidenza come modelli di vivibilità. Aosta per la terza volta in 27 anni di indagine (le precedenti nel 1993 e nel 2008) si qualifica come la “migliore”, forte soprattutto delle performance nei capitoli relativi all’economia, alla demografia e all’ordine pubblico. Tris, negativo, anche per Vibo Valentia (ultima già nel 1997 e nel 2005).

Al penultimo posto per Reggio Calabria (ultima nell’edizione del 2015). Nella classifica delle ultime cinque province ne spicca un’altra della Calabria, Crotone, che perde ben 17 posizioni rispetto all’edizione dello scorso anno e si posiziona al 106mo posto. Il gruppo delle province di maggiori dimensioni come nella scorsa edizione è guidato da Milano, che ancora una volta sfiora il primato grazie alle ottime performance nei settori economici, occupazionali, dei servizi e del tempo libero, ma è appesantita dai dati sui reati, seppure in calo.