Ancora un'aggressione a Daniele Piervincenzi

Ancora una brutta disavventura per il giornalista Rai Daniele Piervincenzi, già protagonista nel 2017 di un'aggressione ai suoi danni da parte di Roberto Spada, a Ostia. Il giornalista, inviato del programma “Popolo Sovrano” di Rai 2, si trovava con la sua troupe a Pescara per un servizio nel complesso di case popolari soprannominato dai cittadini Ferro di cavallo, e considerato una delle principali piazze di spaccio della città. Con le sue telecamere si era spinto all'interno della cinta di case nel quartiere Rancitelli, incontrando immediatamente il malumore degli abitanti, diventato in breve tempo violenza: alcuni di loro, infatti, hanno inseguito la troupe per costringerla a spegnere la telecamera e a togliersi di torno, mentre il giornalista veniva spintonato e fatto cadere a terra da una persona a volto scoperto.

Il racconto

Inizialmente, sembrava che le persone in questione si fossero limitate a intimare ai giornalisti di allontarsi ma, successivamente, una donna ha gridato da una finestra ai giovani (alcuni di loro a volto coperto) di “prendere la telecamera” ai reporter di “Popolo Sovrano”, costringendoli alla fuga e aggredendo fisicamente Piervincenzi. Il cronista non ha riportato lesioni come accadde invece a Ostia un anno e mezzo fa, quando ricevette in pieno volto una testata da parte di Spada riportando la frattura del setto nasale. Come spiegato dallo stesso Piervincenzi, tutto si è verificato durante l'approfondimento di un'inchiesta “sui sinti, i cui clan in Abruzzo controllano in maniera stringente il territorio e dove proprio nel capoluogo hanno un fortino, che è il quartiere Rancitelli. All’interno di questo quartiere c’è il 'Ferro di cavallo', un palazzo che è la centrale di spaccio di tutto l’Abruzzo, dove qualche giorno fa è morto un diciottenne. Appena entrati, le vedette ci hanno segnalati, una donne ha urlato: ‘Scendete e prendetegli la telecamera’”. Poco dopo, ha detto ancora il giornalista, “è cominciato a pioverci addosso di tutto, mele, bottiglie… Poi sono arrivati quelli che ci hanno aggrediti, aiutati anche dai tossicodipendenti”.