Aggredito medico in ospedale: è il terzo caso del 2020

La terza aggressione in meno 48 ore. Non inizia con i migliori auspici il 2020 per gli operatori sanitari della città di Napoli e provincia: “Siamo in piena guerriglia urbana!” è la denuncia dell'associazione Nessuno tocchi Ippocrate, che si occupa di tutelare il personale sanitario da eventuali aggressioni. “Il 2020 è appena iniziato e già ci sono state tre aggressioni – denuncia a Interris.it il dott. Manuel Ruggiero, presidente dell'Associazione, che aggiunge: “Nel 2019 ci sono state 105 aggressioni nella città di Napoli. Si tratta di un dato allarmante, che indica una percentuale altissima rispetto al numero nazionale”

L'ultimo caso

La denuncia dell'Associazione è relativa al caso di una dottoressa operante nel settore dell'Emergenza, che è stata strattonata da un paziente psichiatrico. Stando al racconto del medico, riportato sulla pagina dell'Associazione via Facebook, l'aggressione è avvenuta fuori dall'ospedale San Giovanni Bosco. “Lo avevo portato dentro per il colloquio con la collega psichiatra, è uscito eludendo ogni controllo, l'ho rincorso, mi ha visto e mi ha afferrata per un polso trascinandomi verso l'ambulanza.mi sono liberata con forza e poiché ho visto che ero da sola,gli ho dato le spalle per scappare dentro il nosocomio, lui mi ha afferrata per la giacca facendomi perdere l'equilibrio. Per fortuna i presenti (parenti dei ricoverati) mi hanno aiutato a rialzarmi e mi hanno difeso da ulteriori attacchi”. Per Nessuno tocchi Ippocrate, non basta l'alibi: il paziente ha problemi psichiatrici, è normale che aggredisca: “No! Vogliamo comunque tutele, quest'alibi non giustifica la violenza, tantomeno nei confronti di una donna!” denuncia l'Associazione in un lungo post su Facebook.

Parenti aggressori

Ma “i pazienti psichiatrici rappresentano il 10% delle aggressioni” specifica Ruggiero a Interris.it -. Nel 90% c'è, invece, consapevolezza dell'aggredire” In quella percentuale – sottolinea il presidente dell'Associazione -, i pazienti sono pochi, perché per uno già debilitato dalla patologia, l'aggressione è un atto di avversione marginale. “Più che altro sono i familiari dei pazienti, che mostrano avversione nei nostri confronti. I parenti, infatti, pensando che la situazione del loro caro sia grave, ci aggrediscono per non “aver agito tempestivamente” anche sui codici di minore gravità, come i verdi”. Qual è l'episodio più forte registrato l'anno scorso? “Sicuramente – ricorda amaramente Ruggiero – la sparatoria di camorra all'interno di un parcheggio dove sostano le ambulanze”. Due anni fa, sempre all'interno dell'ospedale Pellegrini, alcuni cittadini hanno sequestrato un'ambulanza per raggiungere il luogo dell'incidente. “Per questo chiediamo che vengano installate telecamere sui mezzi di soccorso […]. Spesso – sottolinea Ruggiero – il personale sanitario non denuncia le aggressioni perché le mette in conto”.

Un fenomeno nascosto

La denuncia di tali episodi a Napoli e provincia non eclissa la portata di un problema, in realtà, nazionale: “A Napoli il fenomeno è più sentito perché Nessuno tocchi Ippocrate monitora e rendiconta le aggressioni” sottolinea il presidente Ruggiero “Per questo chiediamo il riconoscimento della qualifica di pubblico ufficiale per il personale sanitario nell'esercizio della propria attività, per far sì che abbia una tutela giuridica speciale” dichiara Ruggiero. In questo modo, verrebbe superato l'obbligo della denuncia, visto che in questo caso l’indagine si avvierebbe automaticamente, e si dissuaderebbero ulteriormente eventuali aggressori dal compiere questi atti violenti: “Non dimentichiamoci che spesso si tratta di un fenomeno silenzioso, e si arriva a denunciare solo nel caso di fatti eclatanti”.