Addio a una bottiglia su cinque

La vendemmia 2019 si chiude con un calo della produzione del 20% rispetto all'anno precedente, perciò addio ad una bottiglia di vino Made in Italy su cinque ma con una qualità ottima e senza compromettere il primato mondiale nella produzione. Con l'arrivo del maltempo si conclude la vendemmia 2019 che per effetto del clima anomalo registra un taglio della produzione del 20% rispetto allo scorso anno, che significa la perdita di una bottiglia di vino Made in Italy su cinque, anche se l'Italia mantiene comunque il primato mondiale tra i produttori.

Varietà tardive

E’ il quadro che emerge dal bilancio della Coldiretti presentato per la Giornata del Ringraziamento festeggiata a partire dal week end di San Martino dell'11 novembre e promossa dalla Conferenza episcopale italiana  per rendere grazie per il raccolto dei campi e chiedere la benedizione sulla nuova annata. La vendemmia 2019 è iniziata quest'anno il 7 agosto, tra le più anticipate dell'ultimo decennio, e dopo poco più di tre mesi di raccolta lungo la penisola ora, sottolinea la Coldiretti, restano da completare pochissime vigne di varietà tardive come l'Aglianico nelle aree interne di Basilicata e Campania o il Nebbiolo in altitudine del Piemonte e della Valtellina. Si è dunque praticamente conclusa una annata di buona/ottima qualità con una stima di circa 44,3 milioni di ettolitri di produzione Made in Italy destinata, precisa, per circa il 70% a vini Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento per i vini da tavola. Se l'Italia, evidenzia la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell'agricoltura, si conferma al primo posto nel mondo, la Francia insidia da vicino con un quantitativo di poco inferiore di 42,2 milioni di ettolitri, mentre in Spagna si ferma a 37 milioni di ettolitri. La vendemmia è stata difficile in tutta Europa dove si stima una produzione in 155 milioni di ettolitri, inferiore del 18% rispetto allo scorso anno, a causa principalmente, degli eventi climatici estremi, secondo la Commissione Europea. Con la fine delle operazioni vendemmiali l'Italia festeggia anche il record storico delle esportazioni di vino Made in Italy che nei primi sette mesi del 2019 fanno registrare un aumento in valore del 4% rispetto allo scorso anno quando avevano raggiunto su base annuale circa 6,2 miliardi di euro, la prima voce dell'export agroalimentare nazionale, secondo una analisi della Coldiretti su dati Istat. Lo spumante è stato il prodotto che ha fatto registrare la migliore performance di crescita all'estero con le esportazioni che, con un aumento del 11% rispetto all'anno precedente. Positivi anche i segnali nei consumi degli italiani che aumentano gli acquisti del 3,7% nei primi nove mesi del 2019 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Ismea.

Legame con il territorio

“Il vino italiano con un fatturato di oltre 11 miliardi di euro è cresciuto scommettendo sulla sua identità, con una decisa svolta verso la qualità che rappresentano un modello di riferimento per la crescita dell'intero agroalimentare nazionale”, spiega il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “distintività e legame con il territorio sono i fattori competitivi vincenti per l'intero Made in Italy”. Il vigneto Italia, sottolinea l'associazione, con i suoi 658mila ettari coltivati offre opportunità di lavoro a 1,3 milioni di persone impegnate direttamente in campi, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse e di servizio. L'esercito del vino spazia dai viticoltori agli addetti nelle cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell'indotto che si sono estese negli ambiti più diversi: dall'industria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle assicurazioni, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dalla ricerca e formazione alla divulgazione, dall'enoturismo alla cosmetica e al mercato del benessere, dall'editoria alla pubblicità, dai programmi software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione (fecce, vinacce e raspi).

Vini da abbinare

Torna per tutto il mese di dicembre, nelle cantine del Movimento Turismo del Vino Toscana, l'appuntamento con Cantine Aperte a Natale, il format che porta nel periodo natalizio, a partire dalla festa dell’Immacolata e per tutto il mese, i tanti wine lovers alla scoperta dei vini delle feste. Un’occasione unica, riferisce Adnkronos, per scegliere i vini da abbinare ai menu del periodo natalizio grazie ai preziosi suggerimenti del produttore in persona, ma anche per passare un pomeriggio o alcuni giorni in cantina, o soprattutto, questo per le famiglie, per far conoscere ai più piccoli il magico mondo del vino grazie a tante iniziative organizzate per i bambini. “Da secoli in ogni famiglia viene deciso il menù delle feste, Natale, Santo Stefano, il cenone di capodanno ed il pranzo del primo dell’anno, lasciamo che le tradizioni vadano avanti com’è giusto che sia ma, per finire il capolavoro, c’è bisogno di scegliere la bottiglia adeguata che riesca ad esaltare quei gusti unici. A trovare la bottiglia giusta di pensiamo noi quest’anno“, spiega il presidente del Movimento Turismo Vino Toscana, Violante Gardini. In cantina con il menu delle feste per scegliere l’adeguato vino in abbinamento. E’ la sfida e insieme il tema che il Movimento Turismo del Vino Toscana lancia per questa edizione di Cantine Aperte a Natale, cioè arrivare in cantina con il menù e con i produttori in persona, gente che per produrre vino toscano ha da sempre seguito le tradizioni del proprio territorio, scegliere l’abbinamento perfetto per rendere ogni portata ancora più indimenticabile. Insomma, precisa l’Adnkronos, la possibilità di ricevere consigli personalizzati sul menù delle feste e sui regali da fare agli amici abbinando il vino toscano che risponde ad ogni personalità (Brunello per un austero, un vino della Maremma per una persona solare, un Chianti per un avventuroso per poi arrivare alle bollicine toscane che ormai sono sempre più comuni nelle nostre cantine Mtv Toscana che si abbinano perfettamente alle persone più spumeggianti).

Etichette personalizzate

Dai più piccoli ai più grandi, tante attività promosse dalle cantine toscane. Nei programmi delle aziende che aderiscono a Cantine Aperte a Natale spiccheranno inoltre attrazioni anche per i più piccoli: dai tradizionali giochi toscani delle feste, come la “ruzzola del panforte”, un antico gioco da fare sui tavoli di casa facendo rotolare uno dei dolci senesi più conosciuti nel periodo natalizio, ad attività di tipo didattico per un avvicinamento graduale al mondo del vino. Ancora caccia al tesoro tra le botti, decorazioni delle bottiglie usando i materiali legati alla produzione del vino e attività di personalizzazione delle etichette. Non mancheranno le favole di Natale sotto l’albero, mentre per i più grandi si va dalla spa con i bagni e i massaggi al vino, fino a degustazioni di prodotti tipici in abbinamento ai vini delle cantine, verticali di vecchie annate, mostre, concerti e tanto altro. Per scoprire le aziende aderenti a Cantine Aperte a Natale con tutti i programmi www.mtvtoscana.com.  

Cantine Aperte

Nato in Toscana ventisette anni or sono, è oggi l’evento enoturistico più importante in Italia. Cantine Aperte è diventato nel tempo una filosofia, uno stile di viaggio e di scoperta dei territori del vino italiano, che vede, di anno in anno, sempre più turisti, curiosi ed enoappassionati avvicinarsi alle cantine, desiderosi di fare un’esperienza diversa dal comune. Oltre al tradizionale appuntamento di fine maggio, il marchio si lega alla vendemmia, a San Martino, e appunto al Natale. Cantine Aperte è un marchio di proprietà del Movimento Turismo del Vino, registrato e protetto giuridicamente per contrastarne qualunque abuso/imitazione e garantire ai consumatori qualità e professionalità nell’accoglienza, tratti distintivi delle cantine Mtv. L'Associazione Movimento Turismo del Vino Toscana è un ente non profit che raccoglie oltre cento soci fra le più prestigiose cantine del territorio, selezionate sulla base di specifici requisiti, primo fra tutti quello della qualità dell'accoglienza enoturistica. Obiettivo dell’associazione è promuovere la cultura del vino attraverso le visite nei luoghi di produzione. Ai turisti del vino il Movimento vuole, da una parte, far conoscere più da vicino l’attività e i prodotti delle cantine aderenti, dall’altra, offrire un esempio di come si può fare impresa nel rispetto delle tradizioni, della salvaguardia dell'ambiente e dell'agricoltura di qualità.

Annata d’oro per il prosecco

Il 2019 è una buona annata per il prosecco doc. Se nel 2018 sono stati venduti 464 milioni di bottiglie, la previsione per il 2019 è di un 5% in più, tenendo presente che l'export per queste bollicine vola, ben l'80% della produzione è destinato al mercato estero. È la stima del Consorzio Tutela Prosecco Doc, che non manca di sottolineare il grande lavoro svolto contro la contraffazione, dal momento che questo è uno dei prodotti italiani più amati all'estero è quindi anche tra più imitati. Quella del 2019 è “una buona tendenza”, afferma con soddisfazione il presidente del Consorzio Tutela Prosecco Doc, Stefano Zanette, al forum Ansa Incontra. “Siamo in questo momento la denominazione a livello nazionale e internazionale con i numeri più importanti soprattutto nell'export”.

Competizione globale

Nonostante il primo paese di esportazione sia la Gran Bretagna, (seguita da Usa, Germania e Francia), la Brexit non ha rappresentato un'incognita. Perché spiega il presidente del Consorzio, Stefano Zanette, “abbiamo adottato un provvedimento: prima della vendemmia siamo andati a ridurre le quantità rivendicabili della Denominazione. Un provvedimento prudenziale con cui siamo in grado di immettere di nuovo sul mercato la produzione accantonata e siamo in grado con la produzione che abbiamo rivendicato di sopperire ad un mercato con crescita del 5-7% per il prossimo anno, ma anche ad un -5% di quello attuale”. Mentre c'è ancora preoccupazione sul fronte dei dazi Usa per via della cosiddetta regola del “carosello” (carousel retaliation), che consentirebbe all'amministrazione Trump di modificare periodicamente la lista dei dazi e la percentuale.

Regole precise

“C'è da attendersi che l'amministrazione americana introduca o tolga dalla lista a rotazione alcuni prodotti”, ha osservato il direttore del Consorzio Prosecco Doc, Luca Giavi. Il prosecco si produce esclusivamente nella zona a Denominazione di Origine Controllata che comprende nove province: cinque nel Veneto (Belluno, Padova, Treviso, Venezia e Vicenza) e quattro nel Friuli Venezia Giulia (Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine), per un totale di 24mila e 500 ettari di superficie. E “l'attenzione alla sostenibilità viene ad essere sempre maggiore”, ma osserva Zanette, “dobbiamo esser in grado di autoregolamentarci e metterci delle regole precise”. Il prosecco, puntualizza l’Ansa, è uno dei prodotti italiani più contraffatti all'estero e garantirne la salvaguardia è “un lavoro quotidiano che richiede tanto impegno e investimenti”, ha detto Zanette. “È una voce che ci assorbe un milione e mezzo di euro, però ci sta dando grandi risultati. Sappiamo benissimo che contraffazione”.