ADDIO A LIVIA DANESE, MOGLIE SILENZIOSA DI GIULIO ANDREOTTI

Si è spenta ieri sera a Roma, all’età di 94 anni, Livia Danese, moglie di Giulio Andreotti. Malata da più di due anni si era sposata con l’ex presidente del Consiglio nel 1945. Il loro matrimonio è durato 68 anni fino alla morte del marito, avvenuta nel 2013. Donna silenziosa (“una presenza discreta e di grande equilibrio come sempre dovrebbe essere la consorte di un politico” ha detto di lei Bruno Vespa dando per primo la notizia del decesso) guidava la famiglia con grande rigore, tanto da essere chiamata “il colonnello”. Il suo regno era il grande appartamento di corso Vittorio Emanuele angolo Lungotevere con affaccio sulla cupola di San Pietro.

I due si erano conosciuti negli ultimi anni della seconda guerra mondiale e Andreotti le chiese di sposarlo durante una passeggiata al cimitero Verano dove Livia era stata mandata dalla famiglia per controllare se nei bombardamenti fosse stata danneggiata la tomba di qualche parente. Il Divo Giulio le disse che poteva riflettere sulla proposta quanto voleva ma lei disse subito di sì e ricevette, come dono di nozze dal futuro marito, un anello con rubino e una forma di pane, particolarmente preziosa di quei tempi. Rimase accanto al coniuge negli anni tremendi del terrorismo, in cui si ammalò di depressione a causa delle continue minacce di morte subite da Andreotti, e in quelli del processo per mafia.

Cordoglio unanime dal mondo degli ex membri della Dc sparsi nei vari partiti a partire da Roberto Formigoni, che su Twitter ha ricordato come sia “morta una grande donna per 68 anni al fianco del marito”. Paolo Cirino Pomicino, uno dei più stretti collaboratori di Giulio Andreotti, in un necrologio l’ha definita ”compagna discreta ed affettuosa di Giulio per una intera vita e guida operosa dei figli e dei nipoti”.