Il generale Khalifa Haftar si autoproclama capo della Libia

Sia ambasciata Usa nel paese, sia un rappresentante delle Nazioni Unite, hanno respinto la sua dichiarazione unilaterale proseguendo ad appoggiare Serraj

Il generale Haftar

Il generale Khalifa Haftar – in una dichiarazione televisiva – si é autoproclamato capo della Libia. “Accetto il mandato del popolo libico per occuparmi del Paese”, ha detto in tv il generale 76enne dichiarando nuovamente non valido l’accordo di Skhirat che nel 2015 stabilì la creazione di un governo di accordo nazionale con sede a Tripoli e guidato da Fayez al-Serraj, unico governo in Libia riconosciuto dalla comunità internazionale. Sia l’ambasciata Usa nel paese, sia un rappresentante delle Nazioni Unite, hanno respinto la sua dichiarazione unilaterale, invitando nuovamente Haftar a trattare con al-Serraj a partire da un cessate il fuoco per il Ramadan.

Tripoli

Con l’annuncio alla tv al-Hadath, l’uomo forte della Cirenaica ha mostrato di voler accelerare il percorso verso la conquista di Tripoli, avviato l’anno scorso e culminato pochi giorni fa quando aveva tagliato le forniture di acqua. Mentre a fine marzo per la prima volta era stato colpito con dei razzi il centro storico di Tripoli (la città vecchia) causando il ferimento di “una donna e una bambina”, come riferito da un tweet del sito Libya Observer. Finora Haftar aveva rivendicato la sua legittimità a combattere da parte dei cittadini della Cirenaica, nell’Est del paese, ma ora ha lasciato intendere di poter contare anche sull’appoggio del resto della Libia. Le sue forze, ha detto, metteranno in campo “le condizioni necessarie per costruire le istituzioni permanenti di uno stato civile”.

Coronanavirus

Dopo la caduta di Muammar Gheddafi, nel 2011, il paese è caduto in balia dei clan territoriali, che si sono poi rispettivamente riconosciuti a Est nella guida del generale Haftar, e a ovest, in Tripolitania, in quella del governo di Serraj. Ma ora la pandemia preoccupa entrambe le parti: la Libia sta infatti combattendo anche contro la diffusione del coronavirus. I casi confermati sono 61 e i decessi 2, scrive la Johns Hopkins University, ma preoccupa la forte presenza di migliaia di migranti rinchiusi in campi di detenzione dalle condizioni igieniche pessime. Lo scorso 30 marzo Ferraj aveva annunciato di aver scarcerato 466 prigionieri dal Centro di detenzione di Tripoli per cercare di limitare il contagio.