Yemen, due autobombe esplodono a Radaa: 25 vittime, fra cui 15 bambini

Due autobombe sono esplose oggi a Radaa, nella provincia centrale di al-Bayda, Yemen: la prima a un posto di blocco, mentre passava uno scuolabus, e l’altra vicino alla residenza di un funzionario di governo, Abdullah Idris, adiacente alla sede del clan sciita Houthi, che ha una forte influenza sul Paese.

Lo Yemen è dilaniato da una guerra civile sempre più cruenta tra le milizie sciite del nord e i sunniti del centro-sud: sono i più deboli e indifesi a subire le conseguenze più gravi del conflitto. Nel doppio attentato di oggi, infatti, sono state uccise 25 persone, fra cui 15 bambini.

Secondo i ribelli sciiti Houthis, che hanno diffuso la notizia dell’attacco, la responsabilità dell’attentato è di al-Qaeda, la cui cellula yemenita è da mesi molto attiva: solo pochi giorni fa i terroristi avevano ucciso il reporter americano Luke Somers e il sudafricano Pierre Korkie prima che un blitz dell’esercito americano lo liberasse dai terroristi che lo tenevano prigioniero dal 2013. I ribelli Houtis hanno definito l’attacco “il crimine più sgradevole commesso contro l’infanzia”.

Si tratta della seconda volta da ottobre che la casa del funzionario di governo, Abdullah Idris, viene presa di mira. Idris è anche membro del Congresso generale del popolo, cioè il partito dell’ex presidente yemenita Ali Abdullah Saleh. Gli Houthis e al-Qaeda combattono nella zona di Radaa da quando i ribelli hanno preso il controllo dell’area a ottobre. Negli ultimi mesi i ribelli sciiti hanno fatto conquiste militari significative, prendendo il controllo della capitale e di altre città strategiche.