Xi aTrump: “Dialogo al più presto”

Nel corso di una telefonata con Donald Trump, il presidente cinese Xi Jinping ha chiesto “al più presto” dialogo e negoziati per risolvere la crisi nella penisola coreana.A dare conto della conversazione tra i due leader è stata l'emittente statale del Dragone, China Central Television, secondo cui Trump e Xi hanno parlato anche dei rapporti bilaterali economici.  

Aperture

L'appello di Pechino arriva dopo le inattese aperture delle ultime ore, sull'asse Pyongyang-Washington. Prima la notizia di un possibile viaggio nella capitale americana di Kim Jo-Jong, sorella di Kim Jong-Un, poi la lettera con cui il dittatore nordcoreano ha chiesto un incontro a Trump.

Il luogo dell'incontro

La località nella quale si svolgerà lo storico vertice (probabilmente a maggio) non è stata ancora decisa. Le ipotesi sono che l'incontro avvenga nella a neutrale Svizzera, in Cina, o nelle sedi delle Nazioni Unite a Ginevra o a New York. Un'altra opzione possibile è il villaggio di Panmunjom, che si trova nella zona smilitarizzata che divide il Nord dal Sud della Corea. Nel passato ci sono state anche “soluzioni creative”: nel 1989 George HW Bush e il leader sovietico Mikhail Gorbachev si videro su una nave da crociera sovietica ormeggiata in un porto a Malta. Assolutamente improbabile che l'incontro avvenga a Mar-a-Lago, la “Casa Bianca” d'inverno del presidente americano in Florida, dove Trump ha ricevuto vari leader tra cui Xi.

Di cosa si discuterà

La denuclearizzazione della penisola coreana sarà al centro del vertice fra i due leader. Ma in ballo ci sono anche il congelamento dei test nucleari del Nord e l'accesso degli ispettori internazionali all'interno dello Stato eremita per controllare le installazioni. La Corea del Nord non si è, però, affatto impegnata ad abbandonare il suo arsenale nucleare e punta a essere riconosciuta come potenza atomica. Gli Usa potrebbero anche voler indietro gli americani ancora detenuti a Pyongyang. La firma eventuale di un trattato di pace comporterebbe il ritiro dei 25 mila soldati americani dislocati nel Sud