VOLEVANO UNIRSI ALL’ISIS. FERMATI 16 INDONESIANI AD ANKARA

Sono 16 i cittadini indonesiani fermati dalle autorità turche dopo il tentativo di varcare il confine per raggiungere la Siria e arruolarsi con le milizie dello Stato Islamico. A riguardo il governo di Ankara e di Jakarta hanno mantenuto il massimo riserbo, ma tra le poche informazioni emerse è stato rivelato che si tratta di un gruppo del sud est asiatico composto in maggioranza da donne e bambini.

Provengono da tre diverse famiglie della provincia di East Java ed erano arrivati nel Paese con una compagnia di turisti all’interno di un tour organizzato. Poco dopo aver raggiunto la Turchia però, i 16 aspiranti jihadisti hanno fatto perdere le loro tracce. Il ministro indonesiano degli Esteri Retno Marsudi ha confermato l’arresto dei connazionali, ma non ha voluto rivelarne l’identità e le ragioni del viaggio a differenza del capo delle autorità di sicurezza Bradotin Haiti che ha chiarito le motivazioni di un così alto numero di donne e minori. Si tratta molto probabilmente di mogli che hanno tentato di raggiungere insieme ai figli i rispettivi mariti arruolati tra le fila dello Stato islamico.

Ansyaad Mbai invece, ex generale della polizia, ha aggiunto che dei 16 fermati, 6 hanno contatti con gruppi di terroristi in Indonesia, motivo per cui invita il governo a usare misure più forti e radicali per fermare la deriva fondamentalista. Nello Stato asiatico, il Paese musulmano più popoloso al mondo, i leader dei gruppi estremisti islamici hanno trovato ispirazione nelle imprese dei combattenti sunniti per sostenere la creazione di un Califfato anche in Asia. Una minaccia che colpisce tanto il governo di Jakarta quanto quello del vicino Kuala Lumpur. Sebbene non vi siano dati ufficiali sul numero di cittadini indonesiani che si sono arruolati con l’Isis, la polizia ha fornito una stima di almeno 30 persone che oggi combattono con i terroristi, e si tratta principalmente di “ex detenuti e criminali”.