VIRGINIA, SENZA PIETA’: GIUSTIZIATO PRIETO

Non è bastato l’intervento di Papa Francesco per salvare una vita dal braccio della morte. Alle 21.17 ora locale (le 3.17 del mattino in Italia) è stata infatti eseguita la condanna alla pena di morte tramite iniezione letale di Alfredo Prieto, che si trovava in un carcere della Virginia, negli Stati Uniti. L’uomo, un 49enne originario di El Salvador, era affetto da disturbi mentali. Era stato incarcerato per aver stuprato e ucciso una ragazza di 15 anni nel 1988. Le autorità avevano poi trovato le prove del suo coinvolgimento in altri 8 omicidi in California e Virginia, tutti commessi tra il 1988 e il 1992, ma Prieto non venne accusato formalmente perché già condannato a morte.

I suoi legali avevano domandato più tempo per valutare le capacità intellettuali dell’uomo, che secondo le loro analisi aveva un quoziente intellettivo di 66, cosa che l’avrebbe fatto esentare costituzionalmente dalla pena di morte. Per questa ragione anche Papa Francesco era intervenuto sul caso, inviando una lettera al governatore della Virginia, il democratico e cattolico Terry McAuliffe, in cui chiedeva di commutare la pena. Ma la sua richiesta non è stata ascoltata. Uno degli avvocati di Prieto, Robert Lee, ha fatto sapere che aveva presentato un altro appello alla Suprema Corte per ottenere la grazie per il suo cliente, ma che l’esecuzione è stata compiuta prima che la corte prendesse la sua decisione. Secondo Lee, la Virginia ha “giustiziato un uomo senza sapere se fosse o meno mentalmente disabile, utilizzando un mix di farmaci non conforme”.