Violenze prima del voto

E' di almeno 1 morto 100 feriti il bilancio degli scontri che stanno precedendo le elezioni legislative in Bangladesh, in programma il 30 dicembre. 

Scontri

Tafferugli a colpi di bastone e pietre sono stati registrati in sette grandi città del Paese. A perdere la vita è stato un responsabile dell'organizzazione dei giovani della lega Awami, il partito al potere. I disordini pre-elettorali si verificano in un contesto di forte repressione ai danni del Partito nazionalista del Bangladesh (Bnp). Nelle ultime settimane sono finiti dietro le sbarre centinaia di sostenitori del principale movimento di opposizione, ancora prima che cominciasse la campagna elettorale.

Verso la conferma

Strafavorita per la premiership è l'attuale capo del governo, Sheikh Hasina, che corre per un quarto mandato. Anche perché la sua principali avversaria, l'ex premier Khalida Zia (Bnp), sta scontando 10 anni di carcere per corruzione. Accuse prive di fondamento secondo l'opposizione che, tuttavia, non ha ancora presentato un altro candidato. 

L'analisi

Le ultime legislative, nel 2014, erano state boicottate dal Bnp e i risultati contestati dagli osservatori internazionali. Ora la strategia dell'opposizione è cambiata. “Dopo anni di repressione e di potere nelle mani della lega Awami, il Bnp vuole mostrare che è ancora presente” ha spiegato all'emittente Rfi Jeremie Codron, docente dell'Istituto nazionale di lingue e civiltà orientali (Inalco). Secondo l'esperto, le violenze in atto sono il risultato di “una volontà maliziosa di entrambe le parti di creare una situazione di violenza, di insicurezza. L'opposizione intende così delegittimare totalmente queste elezioni“. In Bangladesh è storico il confronto tra le due forze politiche, due grandi dinastie, che hanno visioni molto diverse del Paese. “In Bangladesh prevale la logica del 'winner takes it all'. Se uno perde le elezioni, perde tutto. C'è una volonta' di rivincita sulla maggioranza uscente” ha sottolineato Codron.