Verso il disgelo Usa-Cina

Abbastanza positivo”. Così Pechino giudica il colloquio telefonico tra Donald Trump e Xi Jinping andato in scena ieri. Il ministero cinese degli Esteri ha riferito che i due capi di Stato ritengono di dover incrementare le relazioni commerciali. I colloqui tra Pechino e Washington in questo ambito, spiega la nota, dovrebbero essere condotti sulla base del rispetto reciproco.

Verso un'intesa

Secondo quanto riportato da Bloomberg, Trump e Xi, starebbero lavorando a un accordo commerciale da concludere in occasione del vertice del G20 di Buenos Aires, che si terrà alla fine del mese e al quale parteciperanno entrambi. Nel colloquio telefonico erano emersi segnali di una possibile tregua tra Washington e Pechino sul commercio, nonostante la disputa sulle tariffe non sia l'unico punto di disaccordo tra le due potenze economiche mondiali.

Il colloquio

Trump ha definito in un tweet “lunga e molto buona” la discussione avuta con Xi, “con una forte enfasi sul commercio” e le discussioni, ha aggiunto, “stanno procedendo bene” verso l'incontro di fine novembre. Secondo quanto riferito nella tarda serata di ieri, ora locale, dai media cinesi, Xi ha confermato l'intenzione di incontrare Trump in Argentina, e ha auspicato che Cina e Stati Uniti possano promuovere uno “stabile e salutare sviluppo dei legami bilaterali”. Le due parti, ha aggiunto Xi “sono in disaccordo da tempo, e questo ha provocato un impatto negativo sulle industrie di entrambe le nazioni e sul commercio globale. La Cina non vuole questo”. 

Dibattito interno

Le preoccupazioni sulle “crescenti pressioni al ribasso” che subisce l'economia interna sono state al centro anche di una riunione del Politburo, l'Ufficio politico del partito comunista cinese, composto da 25 membri con a capo lo stesso Xi, che si è riunito mercoledì scorso, e che nel comunicato finale cita “profondi cambiamenti” nello scenario internazionale. Un riferimento colto da alcuni esperti della scena politica di Pechino come un primo segnale pubblico di reale preoccupazione da parte della leadership rispetto ai contraccolpi sull'economia interna derivanti dallo scontro sul commercio con gli Stati Uniti.