Venezuela, stroncata la ribellione di militari, Maduro: “Abbiamo vinto con le pallottole”

Stroncato il tentativo di ribellione di un gruppo di militare alla base “Fuerte Paramacay” di Valencia, nello Stato di Carabobo, in Venezuela. Nell’azione, lanciata dalle forze armate bolivariane” fedeli a Nicolas Maduro, due ribelli sono morti e altri sono stati arrestati.

In serata, commentando i confusi avvenimenti di Valencia, il presidente Maduro ha assicurato in un’ennesima dichiarazione segnata dalla violenza che il “chavismo” “oggi ha vinto con le pallottole“, ricordando la vittoria invece “con i voti” alle elezioni per l’Assemblea Costituente. Nel suo lungo intervento, Maduro ha poi dato qualche precisazione su quanto successo alla base “Fuerte Paramacay”. Di un primo gruppo di “dieci aggressori, due sono stati abbattuti dal fuoco leale alla patria, uno è ferito“. Solo uno degli attaccanti è un militare, “un tenente disertore, da qualche mese (Juan Caguaripano, leader degli insorti ndr). E’ stato catturato e “collabora attivamente“, ha aggiunto, precisando che un altro gruppo di ribelli è invece riuscito a scappare. Domandandosi “chi paga la fattura di questo attacco, di questo atto di disperazione”, Maduro ha poi indicato “Miami e la Colombia“.

Sull’emergenza Caracas è intervenuto anche il premier italiano Paolo Gentiloni. “#Venezuela Immagine della procuratrice Luisa Ortega Diaz destituita che fugge in moto impone una risposta diplomatica europea contro la deriva autoritaria”, ha sottolineato via twitter il presidente del consiglio.

Mille tesi si sono rincorse nel corso della giornata su quanto accaduto a valencia. Oltre ai due morti tra ribelli, nelle ore successive all’attacco gruppi di manifestanti sono scesi in piazza, subito respinti con il lancio di gas lacrimogeni dalla forze di Caracas. In una di queste proteste, proprio a Valencia non lontano da “Paramacay”, è stato ucciso Rafael Rivas, dirigente 51/enne del partito “Avanzada Progresista”.