Venezuela: 2 morti durante le proteste anti-Maduro

Non accenna diminuire la protesta in Venezuela contro il regime di Nicolas Maduro. Infatti, secondo i media, nelle ultime 24 ore sarebbero morte due persone durante gli scontri fra manifestanti antigovernativi, forze della sicurezza e gruppi armati chavisti, a Caracas e Barquisimeto, capitale dello stato di Lara.

Una repressione sempre più violenta

E con l’aumentare delle proteste, anche la repressione messa in atto dalle forze dell’ordine si fa sempre più violenta. Alcuni media venezuelani hanno riferito non solo dell’utilizzo di gas lacrimogeni e manganelli, ma anche di colpi di arma da fuoco sparati ad altezza uomo.

Due morti nello stato di Lara

Miguel Angel Colmenares, un giovane studente di Barquisimeto, è stato ucciso ieri sera da un gruppo armato pro governativo – i cosiddetti “colectivos” – mentre stava avvicinandosi a una manifestazione di protesta, secondo quanto ha raccontato suo cugino alla stampa locale. L’uomo è stato intercettato dai “colectivos” che “gli hanno tolto tutto quello che aveva addosso e poi gli hanno sparato” almeno 11 colpi, ha aggiunto. Anche nell’ovest di Caracas le proteste si sono moltiplicate durante la notte, con barricate e copertoni bruciati bloccando le strade e un forte intervento di unità antisommossa della Guardia Nazionale. A margine di uno di questi scontri è morto un uomo di 29 anni che sarebbe stato raggiunto da uno colpo sparato a bruciapelo da due civili armati che erano a bordo di una motocicletta.

Maduro pesantemente contestato a San Felix

Rientrato da L’Avana dove aveva preso parte ad un vertice dell’Alleanza bolivariana per le Americhe, Nicolas Maduro si è recato a San Felix dove ha partecipato alle celebrazioni del bicentenario di una battaglia cruciale per l’indipendenza del Venezuela. Mentre stava sfilando fra il pubblico salutando la gente e giunto oramai alla fine del percorso, il presidente venezuelano è stato raggiunto dal lancio di alcune palle di carta ed altri oggetti, mentre la follava urlava insulti. La televisione di stato ha immediatamente interrotto le trasmissioni per censurare l’episodio, ma molti video sono stati pubblicati sui social network.