Usa, Trump: “Sugli hackeraggi russi, rivelerò cose ignote”

“So un sacco di cose in materia di hackeraggio. Hackerare è una cosa molto difficile da provare. Quindi potrebbe essere qualcun altro. E so cose che altri non sanno… Lo scoprirete martedì o mercoledì”. E’ quanto rivelato dal presidente eletto statunitense Donald Trump, durante una festa nella sua residenza di Mar-a-Lago, in Florida. Tra gli oltre 800 invitati, anche personaggi del mondo dello spettacolo quali Silvester Stallone, Quincy Jones e il modello italo-americano Fabio Lanzone.

Riferendosi agli agenti dell’Intelligence Usa, ha aggiunto: “Voglio che siano sicuri perché sono accuse molto serie”. Ha poi ricordato il grave errore commesso su Saddam Hussain: “Se si guarda alla presenza di armi di distruzione di massa, fu un disastro, ed erano in errore”, ha spiegato.

Il neo presidente si è espresso duramente anche in merito alla risposta dell’amministrazione Obama dopo i presunti hackeraggi, definita “sproporzionata“. Lo scorso 30 dicembre Washington aveva disposto sanzioni contro le due principali intelligence russe, il Gru e l’Fsb, il primo per lo spionaggio militare all’estero e l’altro per il controspionaggio. Inoltre, 35 agenti segreti russi operanti negli Usa che “hanno agito in modo incoerente con il loro status diplomatico o consolare” – probabilmente per essere stati coinvolti in attività di intelligence sotto copertura diplomatica – erano state definite “persone non gradite” e hanno avuto 72 ore di tempo per lasciare gli Usa insieme ai loro famigliari. Chiusi anche due complessi ricreativi di proprietà del governo russo a New York e in Maryland, usati – a dire di Washington – per scopi di spionaggio.

Sean Spicer ha riferito che Trump farà alcune domande ai dirigenti dell’intelligence che incontrerà questa settimana. “Una delle domande – ha spiegato il portavoce – è perché una risposta di tale grandezza? La questione è se questa risposta è proporzionata alle azioni subite. Forse lo è, forse no, ma bisogna rifletterci”, ha sottolineato, osservando che dopo che la Cina rubò nel 2015 dati di dipendenti del governo “non fu presa alcuna azione pubblica. Niente, niente fu fatto quando milioni di persone furono derubate delle loro informazioni private, incluse quelle sui nulla osta di sicurezza”. “Quindi, c’è una questione se c’è una punizione politica qui contro una risposta diplomatica”, ha concluso.

Dulcis in fundo, il presidente eletto ha invitato ad evitare l’uso dei pc per le comunicazioni private di una certa rilevanza: “È molto importante, se si ha qualcosa di davvero delicato, scriverlo e consegnarlo con un corriere, un mezzo dei vecchi tempi, perché vi assicuro che nessun computer è sicuro”, ha ammonito.