UNGHERIA: CHIUSO IL CONFINE CON LA SERBIA, LA POLIZIA MAGIARA ARRESTA 174 RIFUGIATI

Si terrà il prossimo 22 settembre una nuova riunione dei ministri dell’Interno Ue per discutere l’emergenza profughi: lo ha fatto sapere la presidenza lussemburghese all’indomani della riunione senza successo di lunedì, nel giorno in cui il cancelliere Angela Merkel ha chiesto un Consiglio straordinario per affrontare la crisi. “E’ un problema europeo e la crisi deve essere risolta dall’Ue nel suo insieme”. Il presidente del Consiglio, Donald Tusk, farà sapere giovedì se si terrà.

L’Ungheria ha chiuso le sue frontiere e arrestato i primi migranti. Il Paese ha chiuso il confine con la Serbia e sta pensando di estendere il “muro” anti-migranti anche al confine con la Romania. La polizia magiara ha già arrestato 174 rifugiati dopo l’entrata in vigore della nuova, più dura legge anti-migranti. Intanto Budapest ha preso in esame 16 richieste di asilo e le ha respinte tutte nel giro di poche ore. Il governo ungherese ha anche dichiarato lo stato d’emergenza in due contee al confine con la Serbia. E intanto l’Austria ha annuncia che ripristinerà i controlli alle frontiere, anche con l’Italia.

Centinaia di migranti continuano a premere sulla barriera che interrompe l’autostrada a Horgos, al confine tra Serbia e Ungheria, e molti di loro hanno iniziato uno sciopero della fame. Belgrado sta cercando di convincere le autorità magiare a farli passare: “E’ un sistema di ricadute…se i migranti non possono andare da qualche parte, c’è la realistica possibilità che vengano nella nostra direzione”, ha dichiarato Zlatko Sokolar, capo dell’amministrazione di frontiera del ministero dell’Interno. Al momento il confine di 325 chilometri con la Serbia è tranquillo, ha aggiunto, senza tentativi di attraversamento; i media croati, in ogni caso, hanno giè messo in guardia sul pericolo mine, quelle risalenti alle guerre degli anni ’90.

Ci sono 5.000 migranti, per lo più siriani, ammassati anche a Edirne, in Turchia, da dove sperano di raggiungere via terra la frontiera con la Grecia nonostante il blocco imposto da Ankara. In 250 sono radunati presso l’autostazione della città mentre altri hanno provato a raggiungere la stazione ferroviaria o si sono diretti attraverso i campi verso il valico di frontiera di Pazarkapi, distante cinque chilometri, per eludere i controlli della polizia turca.

Proprio per fronteggiare questa crisi – che coinvolge non solo Ungheria, Germania, Austria, Grecia e Italia, ma tutta l’Europa – la cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha chiesto la convocazione di un summit speciale Ue per la prossima settimana. Per far fronte alla crisi migranti, “bisogna tornare indietro allo spirito europeo”, ha aggiunto, sottolineando di non voler fare minacce. Di fronte alla dura opposizione di quattro Stati membri dell’Est alle quote di ridistribuzione dei migranti, il ministro dell’Interno tedesco, Thomas de Maiziere, in mattinata aveva infatti proposto di aumentare la pressione, tagliando loro i fondi Ue. “Le minacce non sono il modo per arrivare a un accordo”, ha tagliato corto la Merkel, chiedendo che la crisi venga insieme e chiedendo che Italia, Grecia e Ungheria in particolare devono però allestiscano rapidamente i centri per l’identificazione dei migranti.