Ultimo saluto a McCain: frecciate della figlia a Trump

LAmerica ha tributato l'ultimo saluto a John McCain, senatore reppubblicano che sfidò Obama nel 2008 per la presidenza, morto una settimana fa per un tumore al cervello.

Gli elogi

Reduce del Vietnam, fiero oppositore di Donald Trump all'interno del Grand Old Party, ha ricevuto l'omaggio dei grandi dell'America di questo inizio millennio. A partire da George W. Bush e Barack Obama, che hanno svolto gli elogi funebri nella cattedrale di Washington, davanti al feretro. Bush ha ricordato: ” Forse più di tutto John detestava l'abuso di potere: non poteva tollerare i bigotti e i despoti spavaldi. Di fronte a quelli che hanno l'autorità, John McCain direbbe, siamo meglio di questo, l'America è meglio di questo“. McCain, ha proseguito, “amava la libertà con la passione di chi ne ha conosciuto l'assenza; e rispettava la dignità insita in ogni vita. Una dignità che non si ferma alle frontiere e non può essere cancellata dai dittatori”. Per Obama il modo migliore per onorare il senatore scomparso è quello di riconoscere “che ci sono cose più grandi del partito o dell'ambizione, del denaro, della fama o del potere. Ci sono cose per le quali vale la pena rischiare tutto, principi che sono eterni, verità che sono durature. John ci ha mostrato al meglio cosa significa. Per questo, siamo tutti profondamente in debito con lui”. Obama ha ricordato “il disprezzo di John per l'autocommiserazione: era stato all'inferno ed era tornato e in qualche modo non aveva mai perso la sua energia o il suo ottimismo per la vita”.

Convitato di pietra

All'esequie è pesata come un macigno l'assenza di Trump. E' stato McCain stesso a chiedere di non farlo partecipare. Il presidente ha trascorso la giornata giocando a golf, mentre nella cattedrale si sono recate la figlia Ivanka con il marito Jared Kushner. Ma che il tycoon fosse il convitato di pietra della celebrazione lo hanno dimostrato le parole di Meghan, figlia del senatore scomparso. Richiamando il moto elettorale di Trump (“Make great again”) Meghan ha spiegato: “l'America di mio padre, John McCain, non ha bisogno di tornare grande perché lo è sempre stata. “L'America di John McCain è l'America di Abraham Lincoln, che rispetta la promessa della Dichiarazione di Indipendenza secondo cui tutti gli uomini sono generati uguali e si battono con tutti gli sforzi per vederla realizzata”. Con un discorso appassionato, a tratti interrotto dalle lacrime, Meghan ha tratteggiato la figura di un padre intensamente amato: “John McCain non sarà caratterizzato dal carcere, dalla Marina, dal Senato, dal partito repubblicano o da uno solo dei fatti della sua vita assolutamente straordinaria. John McCain è stato caratterizzato dall'amore”. “Se n'è andata la grandezza americana – ha concluso con un'altra frecciata a Trump – quella vera, non la retorica a buon mercato”.