Ullah incriminato per terrorismo

Akayed Ullah è stato incriminato per l'attentato fallito a Manhattan. L'immigrato bengalese, riferisce la Polizia di New York, è stato formalmente accusato di terrorismo e possesso illegale di arma da fuoco. A questi si aggiungeranno, nelle prossime ore, i capi d'accusa derivanti dall'indagine dell'Fbi che ha interrogato l'attentatore subito dopo l'arresto.

Indagini

Emergono, intanto, nuovi particolari sulla radicalizzazione di Ullah. Gli investigatori hanno reso noto che l'uomo aveva più volte navigato su siti web di propaganda jihadista, legati in particolare all'Isis. Non solo, prima di colpire, aveva postato un messaggio emblematico sul suo profilo Facebook: “Trump hai fallito nel proteggere il tuo Paese”. Sul suo passaporto, poi, sarebbe stata trovata la scritta: “O America, muori nella tua colera”. Il 27enne, ha riferito il vicecommissario per l'intelligence e l'antiterrorismo a New York John Miller, non era seguito né dalla polizia nè dall'Fbi. Prende corpo, dunque, l'ipotesi che si trattasse di un “lupo solitario“, senza legami diretti con le cellule del terrorismo islamista internazionale.  

Moglie interrogata

In Bangladesh è, intanto, in corso l'interrogatorio della moglie di Ullah. Gli investigatori hanno saputo da un cugino dell'attentore che la coniuge e il figlio di Akayed si trovano nel suo Paese natale. Il parente, Emdad Ullah, ha riferito Akayed e la sua famiglia vivevano originariamente nella regione di Chittagong, nel Bangladesh meridionale, e che alcuni anni fa si erano trasferiti a Dacca. Akayed, che non risulta avere precedenti nel suo Paese, era sbarcato negli Usa nel 2011 insieme alla madre, alla sorella e a due fratelli, prendendo casa a Brooklyn e ottenendo la green card. Dal marzo 2015 era in possesso della licenza da tassista che gli era stata rilasciata dalla New York Taxi and Limousine Commision, un'agenzia newyorkese che gestisce la concessione di licenze e regolamenti per i taxi e le aziende di veicoli a noleggio, comprese quelle che operano su app. Scaduta nel marzo 2015, la licenza di Ullah non era stata più rinnovata. Il 27enne, tuttavia, non conduceva uno dei tanti taxi gialli newyorkesi.