Ucraina, i ribelli attaccano Mariupol. Poroshenko: “Lotteremo fino alla vittoria”

Si torna a parlare di nuovo di combattimenti e stragi nel sud est dell’Ucraina. Nella giornata di ieri i ribelli filorussi hanno bombardato con dei missili Grad la cittadina di Mariupol. A renderlo noto è il capo della polizia locale. Due giorni fa i ribelli separatisti avevano annunciato di non voler riprendere le trattative per raggiungere la pace.

Mariupol è l’ultima città nella regione di Donetsk ad essere ancora sotto il controllo del governo ucraino, ha quasi 500 mila abitanti ed è affacciata sul mar di Azov. Durante i bombardamenti di ieri hanno perso la vita 27 persone, mentre 93 sono rimaste ferite. All’inizio i separatisti avevano negato ogni responsabilità dell’attacco, ma nel corso della giornata il presidente dall’autoproclamata repubblica di Donetsk, Aleksander Zakharcenko ha rivendicato l’offensiva e lo ha definito “il miglior monumento a tutti i nostri caduti”.

Il presidente Proshenko, d’altro canto ha dichiarato che l’Ucraina “si batterà fino alla vittoria” anche se, “noi siamo per la pace, ma rileviamo la sfida del nemico. Difenderemo la nostra patria da veri patrioti”. Inoltre il presidente ucraino ha convocato una riunione d’urgenza del consiglio di sicurezza nazionale per “mettere in opera misure supplementari vista la brusca degradazione della situazione nell’est”.

Anche dall’Unione Europea arrivano le condanne per l’attacco compiuto dai ribelli filorussi, infatti il capo della diplomazia Federica Mogherini ha messo in guardia sulle possibili ripercussioni di questo attentato circa i rapporti tra Ucraina e Russia, inoltre ha chiesto al Cremlino di “usare la sua considerevole influenza e di interrompere ogni sostegno militare, politico e finanziario ai dirigenti separatisti per evitare conseguenze disastrose”.