Uccisa mentre era in fila per un prosciutto: un arresto

Un sergente della Guardia Nazionale venezuelana, David José Rebollero Cortez, è stato arrestato ed imputato di omicidio per futili motivi, in quanto presunto responsabile della morte di una 18enne incinta, uccisa con uno sparo alla testa durante una protesta per la mancata consegna di cibo a prezzi calmierati a Caracas. Lo ha reso noto su Twitter il Procuratore Generale, Tarek William Saab. Il militare è attualmente agli arresti nel comando di polizia di Antimano, una zona della capitale venezuelana, in attesa di comparire davanti a un tribunale, insieme ad alcuni testimoni, per la convalida del fermo. Il sergente è accusato anche di uso indebito di arma e simulazione di reato. Alexandra Estefan Conopoi Herrera – che aveva 18 anni ed era incinta di 25 settimane – è stata uccisa lo scorso 31 dicembre, durante una protesta spontanea nata alle 4 del mattino dopo che centinaia di persone che aspettavano da ore in fila la consegna di prosciutti a prezzi sussidiati promessi dal governo hanno scoperto che non c'erano abbastanza prodotti per tutti. Secondo il racconto di una delle donne presenti, il militare era stato rimproverato da suo marito perché aveva spinto una sua familiare in una fogna. A quel punto avrebbe iniziato a sparare indiscriminatamente. “Tutti siamo fuggiti correndo – ha raccontato ai media locali la donna – La ragazza è stata colpita alla testa mentre correva”. Secondo i testimoni, che affermano che i militari erano ubriachi, un altro ragazzo sarebbe stato colpito a un gluteo.

L'episodio dimostra come la crisi sia ben lontana dall'essere risolta. L'aumento del 40% del salario minimo, decretato dal presidente Nicolas Maduro in coincidenza con il Capodanno, è stato accolto con scetticismo ed amarezza da sindacati e associazioni di commercianti, secondo i quali l'iniziativa del governo non farà che aggravare l'acuta crisi economica che vive il paese. L'aumento annunciato da Maduro – il sesto del 2017 – ha portato il cosiddetto “salario minimo integrale” (stipendio più buoni di alimentazione) a poco meno di 800 mila bolivar, il che equivale a 238 dollari al cambio ufficiale (circa 3 mila bolivar per un dollaro) ma molto di meno al cambio “nero”, dove il biglietto verde costa poca meno di 200 mila bolivar. “Questo aumento rispecchia solo l'irresponsabilità di un governo che continua a promuovere l'inflazione che sta portando la miseria alle famiglie venezuelane”, ha detto Froilan Barrios, responsabile del Fronte Autonomo di Difesa del Lavoro e del Salario. L'inflazione, secondo fonti parlamentari, ha raggiunto nel 2017 il 1369%. Secondo Barrios, questo nuovo aumento “non copre nemmeno il 10% di quello di cui una famiglia ha bisogno per vivere decentemente”, tenendo in conto che il valore attuale della cosiddetta cesta famigliare di beni e servizi essenziale è attualmente di 14 milioni di bolivar, secondo le stime del Centro di Documentazione e Analisi dei Lavoratori (Cendas). Per Josefina Perez, una pensionata 67enne, il nuovo aumento è solo “una nuova tragedia”. “A cosa mi serve questo aumento, se come pensionata mi pagano una sola volta al mese, e poi quando vado a fare gli acquisti tutto costa il triplo?”, ha raccontato, sottolineando che anche dopo l'ennesimo aumento “i soldi non mi bastano nemmeno per cibo e medicine… se ce la facessi a trovarli”.