TURCHIA, SCONTRI A FUOCO TRA SOLDATI E JIHADISTI LUNGO IL CONFINE SIRIANO

Ancora tensione in Turchia: un soldato ucciso, un militare disperso e un terzo ferito sono il bilancio dell’ultimo scontro a fuoco al confine con il territorio siriano controllato dallo Stato Islamico. La notizia diffusa dai media locali è stata confermata dal leader della provincia di Kilis, Suleyman Tapsiz.

A lungo accusato di essere compiacente verso l’Isis, il governo islamico moderato di Ankara ha dato il via libera all’uso da parte degli stati della coalizione della sua base aerea di Incirlik (sud del Paese) per partecipare ai raid contro le milizie jihadiste in Siria e in Iraq. La Turchia si trova così a combattere su due fronti: da una parte contro il Califfato, dall’altra contro i militanti del Pkk che hanno infranto il cessate il fuoco unilaterale adottato un anno fa.

I raid contro i ribelli curdi hanno avuto inizio il 24 luglio scorso, subito dopo la strage di Suruc, in cui morirono 33 attivisti turchi diretti a Kobane. Da allora decine di bombardamenti sono stati compiuti oltreconfine dalla Turchia, la maggior parte dei quali contro il Pkk e solo tre ufficialmente contro l’Isis. Altri 260 membri del Pkk sono rimasti uccisi e circa 300 feriti nelle operazioni di terra compiute nel sud-est del Paese. Intanto ieri nella provincia di Şırnak, un medico ed un agente di polizia sono rimasti uccisi in un attacco da parte dei militanti curdi.