Turchia: riprende il processo contro i docenti-simbolo delle proteste anti purghe

Ricomincia ad Ankara il processo a Nuriye Gulmen e Semih Ozakca, i due docenti epurati e arrestati dopo il fallito golpe in Turchia, che con il loro sciopero della fame che dura da oltre 200 giorni sono diventati il simbolo della protesta contro le purghe di Recep Tayyip Erdogan.

I due insegnanti sono imputati per “terrorismo” per presunti legami con il gruppo di estrema sinistra Dhkp-c. Alla vigilia del processo, erano stati arrestati con accuse analoghe anche 14 dei loro avvocati. Alla prima udienza, il 14 settembre, si sono registrati momenti di tensione tra polizia e dimostranti, con oltre 20 fermi. Le autorità hanno vietato tutte le manifestazioni nel centro di Ankara.

Cacciati rispettivamente dall’università Selcuk e da una scuola elementare, Gulmen e Ozakca erano stati arrestati dopo 75 giorni di sciopero della fame in pubblico. Forte è la preoccupazione per le loro condizioni di salute. Due giorni fa, Gulmen è stata portata in terapia intensiva, secondo i suoi legali senza il suo consenso. Dal putsch fallito la scorsa estate, oltre 50 mila persone sono state arrestate e più di 110 mila licenziate o sospese in Turchia.

Istanbul, intanto, è andato in scena l’ennesimo blitz della polizia turca contro cellule del Pkk curdo. Almeno 16 persone sono finite in manette in un’operazione condotta all’alba di oggi in 9 diversi quartieri della metropoli sul Bosforo, secondo l’agenzia statale Anadolu. Altri 4 ricercati risultano in fuga. I sospetti sono accusati di aver fornito alloggio e supporto logistico alle reclute dell’organizzazione, in attesa del loro trasferimento nel sud-est a maggioranza curda della Turchia, dove dal luglio 2015 è ripreso il conflitto con l’esercito di Ankara. Nei raid sono anche stati sequestrati una pistola e vari documenti.