Turchia: riprende il processo contro Cumhuriyet, alla sbarra 17 persone

E’ ripreso a Istanbul il processo contro 17 giornalisti e amministratori di Cumhuriyet, il quotidiano di opposizione laica al presidente Recep Tayyip Erdogan, diventato uno dei simboli delle minacce alla libertà di stampa in Turchia. Dopo le prime 5 udienze di luglio – al termine delle quali, dopo 9 mesi di carcerazione preventiva, erano stati rilasciati 7 dei 12 dipendenti del giornale detenuti – il dibattimento è ricominciato nell’aula del carcere di Silivri.

Alla sbarra con accuse di “terrorismo” ci sono alcuni dei più noti reporter del Paese, tra cui l’ex direttore Can Dundar – riparato in Germania -, il suo successore alla guida del quotidiano, Murat Sabuncu, il noto editorialista e rappresentante turco dell’Ipi (International Press Institute) Kadri Gursel, il vignettista Musa Kart e il reporter investigativo Ahmet Sik. Gli imputati sono accusati a vario titolo di legami con la presunta rete golpista di Fethullah Gulen, il Pkk curdo e il gruppo di estrema sinistra Dhkp/c e rischiano fino a 43 anni di carcere. Al processo assistono anche diversi osservatori internazionali per i diritti umani e la libertà di stampa. Lunghe code si osservano per l’ingresso in aula, dove – sottolinea Cumhuriyet – il tribunale ha ammesso circa 90 persone a fronte di una capienza di un migliaio

Proseguono, intanto, in tutto il Paese gli arresti di massa con accuse di “terrorismo”. Nell’ultima settimana 601 persone sono finite in manette, secondo il ministero dell’Interno di Ankara. La maggior parte (451) è sospettata di legami con la presunta rete golpista gulenista, che il governo accusa di aver pianificato il tentato golpe del 15 luglio del 2016. Altre 117 sono state arrestate nel corso di operazioni contro il Pkk curdo, durante le quali sono inoltre stati “neutralizzati” 57 militanti, di cui 39 uccisi. Detenuti anche 27 sospetti affiliati all’Isis e 6 a gruppi illegali di estrema sinistra. Sotto lo stato d’emergenza dichiarato in Turchia dopo il putsch fallito la scorsa estate, sono oltre 50 mila le persone arrestate per presunti reati di “terrorismo”.