TUNISIA IN GINOCCHIO DOPO GLI ATTENTATI. PROCLAMATO LO STATO DI EMERGENZA NAZIONALE

“Abbiamo l’Isis alle porte”. Con questo drammatico avvertimento, il presidente tunisino Essebsi ha proclamato lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale per 30 giorni rinnovabili. La Tunisia è ancora sotto shock a poco più di una settimana dalla strage di turisti a Sousse, tragico seguito dell’attentato al museo del Bardo del marzo scorso. E il presidente della Repubblica nonché comandante in capo delle Forze armate, Beji Caid Essebsi, ha annunciato di aver dichiarato lo stato d’emergenza in un discorso alla nazione di 30 minuti.

“La Tunisia sta vivendo circostanze eccezionali che necessitano di misure eccezionali”, ha affermato Essebsi. “Noi non abbiamo la cultura del terrorismo, e’ un problema regionale”, ha aggiunto, sottolineando che “nella vicina Libia ci sono milizie armate, l’Isis e’ alle nostre porte, siamo in guerra contro il terrorismo, e’ una lotta che dobbiamo vincere a tutti i costi”. Gli ultimi due attentati, poi, hanno messo il Paese in ginocchio: “Noi abbiamo creduto che l’attacco al museo del Bardo sarebbe stato l’ultimo. Lo Stato potrebbe crollare se dovesse subire un altro attentato come quello di Sousse. Adottare lo stato di emergenza e’ un mio dovere”, ha spiegato Essebsi.

Il provvedimento, che era nell’aria dal giorno dell’attentato al resort di Sousse del 26 giugno scorso in cui sono morte 38 persone, da’ maggiori poteri a governatori, esercito e polizia e prevede una limitazione di alcuni diritti della persona (come il diritto a manifestare e a radunarsi) al fine di combattere piu’ efficacemente il fenomeno del terrorismo. Lo stato d’emergenza accorda poteri eccezionali alle forze dell’ordine, come il diritto di proibire scioperi e riunioni e di compiere “perquisizioni a domicilio di giorno e notte e prendere tutte le misure necessarie per assicurare il controllo della stampa e le pubblicazioni di ogni natura”.

Il presidente ha fatto un insistente riferimento agli investimenti stranieri: “La mia delusione è stata grande quando ho scoperto che un uomo d’affari che ha promesso di creare dei progetti per un valore di 557 milioni di euro in Tunisia ha deciso di lasciare il nostro Paese optando per un investimento in un Paese vicino”, ha affermato. Nel suo discorso Essebsi ha fatto riferimento anche alle sfide sociali. “Il carico è grande: un tasso di disoccupazione importante e disparità sociale. Il governo si è trovato davanti a un grande numero di rivendicazioni legittime e non legittime”, ha dichiarato il capo di Stato tunisino.