Truppe turche contro il Califfato, Abadi dice no

“Nulla di fatto” nel summit di Baghdad. Il primo ministro iracheno Haider al-Abadi ha infatti rifiutato l’offerta delle forze armate turche all’offensiva per la ripresa di Mosul, la biblica Ninive, roccaforte irachena in mano all’Isis. Il premier ha ribadito il suo “No” durante l’incontro con il segretario di stato alla Difesa americana, Ashton Carter, in visita ieri pomeriggio a Baghdad per valutare lo stato di avanzamento dell’operazione anti-Isis nel Pese mediorientale.

La battaglia per Mosul è una battaglia irachena e coloro che la conducono sono iracheni”, ha dichiarato al-Abadi al fianco di Carter, che aveva portato al tavolo di discussione la proposta turca dopo la sua precedente visita ad Ankara. “So che i turchi vogliono partecipare, li ringraziamo, ma questa cosa la vogliono gestire gli iracheni”, ha aggiunto Abadi. “Non abbiamo problemi” in questa offensiva e se ci sarà bisogno di un sostegno “lo chiederemo alla Turchia o altri Paesi della regione”.

Due giorni fa Carter aveva dichiarato di avere buone speranze che la proposta di far partecipare i soldati turchi alla battaglia di Mosul venisse accolta dall’Iraq. Un alto responsabile americano aveva anche avanzato la possibilità di una partecipazione “non militare” della Turchia alle operazioni. L’intento statunitense era quello di regolarizzare i contingenti militari turchi attualmente presenti su suolo iracheno. Il “No” di Baghdad ha di fatto posto la questione su un “binario morto”.

Nel frattempo, le forze irachene hanno riconquistato il villaggio cristiano di Qaraqosh, abbandonato dai militanti dell’Isis in ritirata verso Mosul, venti chilometri più a nord. Dall’inizio delle operazioni, scattate il 17 ottobre scorso, sono stati strappati ai jihadisti circa cinquanta villaggi. Mosul, però, è ancora in mano ai miliziani che, nella loro ritirata dalle città vicine, stanno compiendo una carneficina usando i civili come scudi umani.