Truppe di Damasco ad Afrin contro “l'invasione” turca

Il regime di Damasco è pronto a inviare truppe nell'enclave di Afrin per aiutare le forze curde contro l'offensiva lanciata dalla Turchia

L'operazione

A riferirlo è l'agenzia di stampa ufficiale Sana, secondo cui “le forze popolari arriveranno ad Afrin nelle prossime ore per sostenere la popolazione locale nell'affrontare l'aggressione lanciata dal regime turco sulla zona e la sua gente dal 20 gennaio”. Il nuovo sviluppo è la conseguenza di un accordo tra i combattenti curdi e il governo siriano per fermare l'offensiva turca nella regione, in base al quale le truppe del presidente Bashar al Assad torneranno a posizionarsi lungo il confine con la Turchia, da dove si erano ritirate nel 2012.
Dal 20 gennaio scorso l'esercito turco, sostenuto da fazioni ribelli islamiche dell'opposizione siriana, ha lanciato
l'operazione “Ramoscello d'ulivo” contro le milizie Ypg (Unità di Difesa del Popolo considerati da Ankara “terroristi“), che con il sostegno degli Usa hanno contribuito in modo fondamentale alla sconfitta dell'Isis in Siria.

Difesa

Bouthaina Shaaban, consigliere politico di Assad, ha detto che il governo di Damasco continuerà a combattere “aggressori” e “invasori“, quali che siano, Israele, Stati Uniti o Turchia. Durante il suo intervento, tenuto alla Conferenza del Valdai International Discussion Club a Mosca, in Russia, Shaabanh detto che “l'entità israeliana e diversi Paesi vogliono occupare le terre della Siria, mentre ciò che la Russia sta facendo in Siria è diverso dagli stati europei che stanno cercando di imporre la loro egemonia su di noi“. Secondo quanto riferito dalla Sana, l'agenzia di stampa ufficiale del regime, Shaaban ha poi puntato il dito contro l'invasione turca ad Afrin, denunciando la violazione degli accordi sulle zone di de-escalation, voluti da Turchia, Russia e Iran, anche se la zona nordoccidentale della Siria non è mai stata inserita in tale intesa.

La posizione di Mosca

Il ministro russo degli Esteri, Serghiei Lavrov, da parte sua ha spiegato: “Stiamo assistendo a un tentativo di usare i curdi in un gioco geopolitico, che non ha nulla a che fare con i loro interessi e invitiamo tutti coloro, che sono coinvolti in questi processi a fermarsi e iniziare a cercare compromessi. “Abbiamo ripetutamente affermato che sosteniamo pienamente le legittime aspirazioni del popolo curdo. Riteniamo sbagliato che qualcuno approfitti delle aspirazioni del popolo curdo per i suoi giochi geopolitici che non hanno nulla a che fare con gli interessi dei curdi e della sicurezza regionale”.