Trump tassa prodotti per 200 miliardi

Giornata movimentata alla Casa Bianca, dove il presidente Donald Trump ha proseguito il discorso dei dazi sui prodotti importati dalla Cina, stilando una lista merci (per un valore totale di 200 miliardi) sulle quali potranno essere imposte tariffe del 10%. Una mossa che non ha mancato di creare qualche remora, spingendo il presidente a rivedere provvisoriamente la sua decisione e a posticipare il tutto da qui a due mesi, data ultima dell'iter di verifica richiesto con tanto di udienze, fissate entrambe nel mese di agosto (20 e 23). Una momentanea tregua della guerra dei dazi fra Cina e Usa, iniziata quando da Washington, venerdì scorso, era stato dato l'ok al 25% di dazi sull'import di beni tecnologici made in China, 818 in tutto per 34 miliardi di dollari.

Lo stop di Pfizer

La risposta di Pechino era arrivata solo pochi minuti dopo, avviando la stessa tassazione su 545 prodotti di marca statuintense. L'operazione da 34 miliardi, a ogni modo, costituiva solo la prima tranche di un percorso ben più ampio che, di lì a breve, avrebbe previsto ulteriori dazi che avrebbero consentito di raggiungere la cifra di 50 miliardi, minacciando ulteriori provvedimenti per 500 miliardi. L'iter, però, almeno per ora sarà arrestato: “Ho appena parlato con il Ceo di Pfizer @SecAzar – ha scritto Trump su Twitter -. Pfizer fa marcia indietro sugli aumenti, di modo che i pazienti americani non debbano pagare di più. Plaudo a Pfizer per la sua decisione e spero che altre aziende facciano lo stesso”. Nei giorni scorsi, tra la casa farmaceutica e il presidente vi era stato da ridire sulla questione del rialzo dei prezzi.

Lighthizer: “Sollecitazioni respinte”

Il plauso di Trump, infatti, è arrivato dopo che nei giorni scorsi la Pfizer era stata al centro di un attacco da parte dello stesso Tycoon il quale, sempre via Twitter, aveva affermato che ''Pfizer e le altre dovrebbero vergognarsi di aver aumentato i prezzi senza motivo. Si stanno approfittando dei poveri e di coloro che non sono in grado di difendersi, mentre offrono allo stesso tempo prezzi convenienti ad altri paesi in Europa e altrove. Risponderemo''. A ogni modo, lo stop per l'iter di verifica sembra solo una tappa: come spiegato dal rappresentante Usa per il Commercio, Robert Lighthizer, “per oltre un anno l’amministrazione Trump ha pazientemente sollecitato la Cina a fermare pratiche inique, ad aprire il suo mercato e a impegnarsi in una vera competizione di mercato. E invece di affrontare le nostre legittime preoccupazioni, ha avviato ritorsioni nei nostri confronti”.