Troppe firme, in crush il sito degli anti Brexit

I sondaggi dicono che, se si rivotasse oggi per la Brexit, all'esito di quasi tre anni di telenovela e di previsioni apocalittiche sul futuro dell'economia britannica, il risultato sarebbe diverso.

La petizione

Un nuovo referendum non è (al momento) fattibile. Così ci pensa la rete a dare voce a quanti, nel Regno Unito, vorrebbero restare nell'Ue, con una petizione online che in pochi giorni ha superato il milione di adesioni, facendo andare in crush il sito. Nel testo proposto agli utenti si legge: “Il governo sostiene ripetutamente che uscire dall'Ue è 'la volonta' del popolo'. Dobbiamo porre fine a questa affermazione dimostrando la forza dell'attuale sostegno popolare per rimanere nell'Ue. Un referendum potrebbe non avvenire, quindi vota ora“. Secondo la legge britannica, il Parlamento è tenuto ad aprire un dibattito sulle petizioni che superano le 100 mila firme. 

Consiglio europeo

Il tutto avviene mentre un possibile rinvio dell'entrata in vigore della Brexit viene discussa dai leader Ue riuniti a Bruxelles per il Consiglio europeo. “Sono qui per discuterela nostra richiesta di una proroga breve dell'articolo 50, (una proroga) fino alla fine di giugno” che “darebbe tempo al Parlamento di fare le scelte finali per rispettare i risultati del referendum” ha detto Theresa May. “Quello che è importante è che il Parlamento metta in opera il risultato del referendum e che metta in opera la Brexit. Spero sinceramente che possiamo farlo con un accordo” in modo da “uscire in modo ordinato”. Secondo la premier britannica, “quel che conta è riconoscere che la Brexit è la decisione del popolo britannico. Sono passati tre anni dal voto originale. E' tempo che il Parlamento decida. Una breve proroga dà questa opportunità: decidere di uscire dall'Ue” e “spero sinceramente che sia con un accordo negoziato“.

La posizione di Bruxelles

Secondo Jean Claude Juncker, May “deve garantire che la Camera dei Comuni sostenga l'accordo di ritiro, altrimenti dovremo incontrarci di nuovo la prossima settimana”. Anche per Michel Barnier “una proroga breve della data di partenza del Regno Unito deve essere condizionata a un voto positivo della Camera dei Comuni la prossima settimana. Noi abbiamo fatto il nostro meglio. Ora la soluzione è a Londra”. Per il presidente dell'Europarlamento, Antonio Tajani, “una eventuale proroga di Brexit deve essere breve e non dovrebbe superare la data dell'11 aprile, ultimo giorno possibile per il Regno Unito per organizzare le elezioni europee”. 
Spetta ai britannici, ha aggiunto, “trovare una via d'uscita a questa situazione di impasse, per il Parlamento europeo la priorità numero uno è la tutela dei diritti dei cittadini. La scelta tra una estensione lunga e una breve non è quella piu' appropriata. Il punto è se l'estensione è utile o inutile”.