Trattative fallite: arrivano i dazi di Trump

Donald Trump si appresta a lanciare la sua offensiva commerciale contro l'Unione europea con le annunciate sull'import di acciaio e l'alluminio importati negli Usa. Lo scrive il Wall Street Journal, segnalando come le trattative degli ultimi due mesi sulla possibile esenzione per il blocco dei 28 del Vecchio Continente siano fallite.

I dazi

Lo scorso marzo, Trump ha annunciato tariffe del 25% sull'acciaio importato negli Usa e del 10% sull'alluminio, per motivi di sicurezza nazionale. La Casa Bianca ha poi deciso di estendere fino a venerdì primo giugno il termine per l'applicazione di questi dazi, acconsentendo ad un'esenzione temporanea per una serie di nazioni, compresi Ue, Argentina e Brasile, con l'obiettivo di arrivare ad un'intesa che scongiurasse la loro entrata in vigore. Il segretario al Commercio Usa, Wilbur Ross, ha lanciato un avvertimento durante il forum Ocse ieri a Parigi, lasciando intendere che le trattative sarebbero potute proseguire anche con l'entrata in vigore dei dazi. “Ci possono essere negoziati con o senza le tariffe, non è che non si possa parlare con le tariffe in piedi”, ha detto Ross secondo quanto riportato dal Financial Times.

Cina

La Cina si è, intanto, dichiarata sorpresa dalla decisione di Trump che ha rinnovato l'intenzione di applicare tariffe al 25% sulle importazioni di beni contenenti “tecnologia significativa a livello industriale” dalla Cina per un valore di 50 miliardi di dollari, inclusi quelli che rientrano nel piano “made in China 2025” per lo sviluppo del manifatturiero avanzato, e di restringere gli investimenti cinesi nel settore high-tech. La decisione, spiega il comunicato emesso dalla Casa Bianca, è stata presa in base alla sezione 301 dello Us Trade Act del 1974, utilizzata per le indagini dello Us Trade Representative, Robert Lighthizer, su possibili violazioni della proprietà intellettuale, lanciate ad agosto scorso. Nella risposta, a strettissimo giro di posta, il Ministero del Commercio di Pechino definisce la presa di posizione del presidente Usa “contraria al consenso raggiunto tra le due parti a Washington” nelle scorse settimane, quando si sono incontrati per un secondo round di colloqui sul Commercio le delegazioni di Cina e Stati Uniti, raggiungendo un accordo su un aumento delle importazioni Usa da parte di Pechino per ridurre il surplus commerciale nei confronti degli Stati Uniti. La Cina, conclude il breve comunicato apparso sul sito web del Ministero, ha “la fiducia, la capacità e l'esperienza per salvaguardare gli interessi del popolo cinese“.