Tillerson prova a ricucire i rapporti con l'Africa

Inizia dal Ciad il viaggio di Rex Tillerson in Africa. Una missione che giunge in un contesto di difficoltà diplomatiche tra il continente e Washington.

La missione

Solo due mesi fa l'Ua e gli ambasciatori africani negli Stati Uniti hanno inviato una lettera di protesta al presidente Donald Trump per aver definito diverse nazioni africane “paesi cesso”. Subito dopo Trump aveva promesso una visita del segretario di Stato per “riaffermare le partnership e i valori che condividiamo con Unione africana, paesi membri e cittadini del continente”. Nel confermare il viaggio di Tillerson, il dipartimento di Stato ribadiva l'interesse a “lavorare con i nostri partner per arginare il terrorismo, far progredire pace e sicurezza, promuovere il buon governo, incrementare investimenti e commercio per un beneficio reciproco”.Una visita durante la quale Tillerson dovrà dare prova della benevolenza Usa nei confronti del continente e rinsaldare la collaborazione, non solo economica, con quei Paesi centrali per contrastare la minaccia jihadista nel Sahel.

Ciad

Il Ciad è considerato una “nazione cruciale nella regione“, soprattutto nella lotta al terrorismo jihadista nel contesto della forza regionale del G5 Sahel. N'Djamena ha forze armate molto agguerrite, addestrate e preparate e il loro contributo potrebbe essere decisivo sia con i partner regionali che con quelli occidentali per sconfiggere i gruppi armati attivi nel Sahel. Il Ciad è stato inserito lo scorso settembre nella “black list” dei Paesi che secondo Washington non si impegnano abbastanza contro il terrorismo, pertanto ai cittadini ciadiani è vietato entrare in territorio americano. “Il Paese sta dando un contributo notevole alla sicurezza. Pensiamo che uscirà presto dall'elenco dei sanzionati” ha dichiarato di recente Donald Yamamoto, vice segretario dell'ufficio Usa per gli affari africani. 

Nigeria

Anche la Nigeria presenta lo stesso interesse per l'amministrazione statunitense. Il più popoloso Paese africano ricco di risorse energetiche è piegato da una lunga crisi causata da Boko Haram su una vasta porzione del territorio nazionale e nei vicini paesi del bacino del Lago Ciad.

Corno d'Africa

A Gibuti, paese del Corno d'Africa situato in una posizione strategica da un punto di vista geopolitico, Tillerson marcherà il territorio. Visiterà la base militare americana e darà prova che gli Stati Uniti stanno sorvegliando le attività della Cina, che lo scorso anno ha aperto una base nel Paese. “In generale ci preoccupiamo delle attività di Pechino sul continente. Ci interroghiamo sugli obiettivi dei cinesi, che allargano prestiti a tassi preferenziali. Temiamo un'esplosione del debito di alcuni Stati africani” ha sottolineato Yamamoto. Altro motivo di preoccupazione per Washington sono le crisi politiche ed istituzionali in Kenya – dopo le contestate elezioni presidenziali e il pugno duro del governo nei confronti dell'opposizione – e in Etiopia, in seguito alle recenti dimissioni del primo ministro Hailemariam Desalegn e all'ondata di arresti nei ranghi dell'opposizione. Ad Addis Abeba Tillerson incontrerà anche i massimi dirigenti dell'Unione africana, con i quali aprirà un confronto sulle crisi piu' gravi del continente: Somalia, Sud Sudan e Repubblica democratica del Congo.