Test missilistici iraniani, Washington vara nuove sanzioni contro Teheran

Nuove tensioni sull’asse Washington-Teheran. Il Dipartimento al tesoro americano ha infatti dato il via libera a nuove sanzioni per reagire al test missilistico effettuato dall’Iran la scorsa settimana. Misure simili a quelle varate da Barack Obama nei mesi scorsi, ma in un clima totalmente cambiato e di grande tensione tra gli Usa e l’ex “stato canaglia”, con l’ayatollah Ahmad Khatami che ha accusato l’America di volere “la guerra con l’Islam”.

Le sanzioni erano nell’aria, dopo la controversa affermazione di Michael Flynn, consigliere alla sicurezza nazionale della Casa Bianca, che aveva detto di aver messo l’Iran “ufficialmente sull’avviso”. Con Trump che ha accusato Teheran di “giocare con il fuoco”: “Non si stanno comportando bene…”, ha avvertito. I soggetti colpiti dalle nuove misure restrittive sono indicati in una lista che comprende 13 persone e 12 entità, alcune accusate di contribuire alla proliferazione di armamenti di distruzione di massa e altre per presunti legami con il terrorismo.

Come funzionari e imprese con forti legami col corpo delle Guardie Rivoluzionarie, sospettate di avere legami con gli Hezbollah libanesi. “Siamo indifferenti alle minacce provenienti dall’estero”, ha commentato il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif che, usando toni meno infuocati di quelli di Khatami, ha replicato che l’Iran “non comincerà mai una guerra. Useremo le nostre armi solo per difenderci”.

Nonostante la tesi di Teheran però, le nuove sanzioni Usa non violano la storica intesa del 2015, perché non riguardano il nucleare ma solo il programma missilistico e i presunti legami col terrorismo dei soggetti presi di mira. Del resto non c’è alcuna prova che il missile sperimentato dalle autorità militari iraniane possa trasportare testate nucleari. Secondo gli esperti, è molto probabile che si tratti di missili balistici di medio raggio, come quelli usati da Pyongyang.