Terrorismo, il Pakistan replica a Trump: “Incolparci non stabilizzerà l’Afghanistan”

Non ha tardato di molto la reazione del Pakistan alle dure affermazioni di Donald Trump in merito al ruolo svolto dal Paese asiatico nella presunta accoglienza dei terroristi. Il presidente degli Stati Uniti, nel corso della sua conferenza di Fort Mayer durante la quale aveva annunciato la prosecuzione (con contingenti incrementati) in Afghanistan, aveva lanciato un attacco mirato allo Stato il quale, secondo le sue affermazioni, offrirebbe “paradisi sicuri” ai miliziani fondamentalisti. A distanza di 48 ore (e dopo una prima nota di dissenso da parte del Ministero degli Esteri), il Comitato nazionale per la sicurezza del Pakistan ha rispedito al mittente le accuse del Tycoon, spiegando che “incolpare il Pakistan non servirà a stabilizzare l’Afghanistan”. Questo anche perché “essendo l’immediato suo vicino, il Paese ha un enorme interesse alla pace e alla stabilità dell’Afghanistan”.

Pakistan: “Subiti i contraccolpi del conflitto”

Continua a far discutere, dunque, la strategia militare di Trump in merito alla campagna afghana, sulla quale ha deciso di continuare a spingere nonostante le dichiarazioni elettorali, nelle quali ne aveva parlato come “uno spreco di soldi”. La spedizione di altri 4mila militari a Kabul, però, ha evidenziato la netta inversione di tendenza da parte dell’inquilino della Casa Bianca in merito, non mancando di sottolineare la presunta benevolenza del Pakistan nei confronti del terrorismo. Da parte sua, lo Stato asiatico ha replicato parlando delle conseguenze subite a causa del conflitto che vede gli Usa protagonisti, spiegando che “ha dovuto gestire i suoi contraccolpi, tradotti in un diluvio di rifugiati, flussi di droga e armi, e più di recente in rifugi sicuri per i terroristi nell’Afghanistan orientale da dove gruppi terroristici anti-pachistani continuano a operare e a lanciare attacchi contro il Pakistan”.

“Nostro anti-terrorismo efficace”

Ma le dichiarazioni dell’autorità pakistana non si sono limitate all’azione militare in sé o alle sole dichiarazioni del presidente, spaziando anche, più in generale, sui rapporti fra i due Paesi, in particolare sui “miliardi di dollari” che gli Stati Uniti avrebbero versato al Pakistan. A questo proposito, il Comitato ha spiegato che “il denaro non è stato un aiuto finanziario o una assistenza, ma solo una parte dei costi per l’utilizzo da parte degli Usa delle strutture a terra e dei corridoi aerei per le sue forze”. Nessuna chiusura, a ogni modo. Il Comitato ha infatti fatto sapere che “le efficaci operazioni anti-terrorismo del Pakistan hanno chiaramente provato che l’ondata del terrorismo può essere invertita e noi desideriamo condividere la nostra esperienza sia con gli Usa, sia con l’Afghanistan”.