Tensione commerciale tra Corea del Sud e Giappone

Tensione alle stelle fra Tokyo e Seul. Dopo la decisione, da parte di entrambi i Paesi, di depennarsi a vicenda dalle rispettive liste dei partner commerciali ritenuti strategici, ieri il Primo ministro della Corea del Sud, Lee Nak-yeon, ha annunciato, a margine di una riunione di gabinetto convocata per discutere le restrizioni commerciali imposte dal Giappone, che presenterà un ricorso contro il vicino asiatico davanti all'Organizzazione Mondiale del Commercio: un modo risolutorio per fare chiarezza su una vicenda commerciale ancora poco evidente. Uno spiraglio di speranza per la sospensione delle dispute commerciali e diplomatiche sarebbe l'incontro che, fra pochi giorni, si terrà fra i segretari di Stato di Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti. Proprio Washington, nella persona del segretario di Stato Mike Pompeo, ha auspicato che i due Paesi si preparino a un inocntro negoziale per evitare la disgregazioni dei rapporti commericali.

Fuori dalla lista bianca

Ultimamente, i rapporti fra i due Paesi asiatici presentavano diverse fragilità, acuitesi con l'atto, da parte del Paese del Sol Levante, di privare Seul dello status di partner commerciale priviliegiato. Cosa comportava essere inclusi nella cosidetta “lista bianca” di Tokyo? Godere di esigue restrizioni per l'acquisto dal Giappone di componenti elettroniche e altri device utili alle applicazioni militiari utilizzate dal governo coreano. Sebbene il ministro del'Economia giapponese, Hioshige Seko, abbia affermato che la decisione “non mira ad influire sulle relazioni tra Giappone e Corea del Sud”, ma è “tesa ad attuare gli appropriati controlli alle esportazioni”, la risposta della Corea del Sud alle misure, divenute effettive dalla mezzanotte, non s'è fatta attendere.

La risposta di Seul

Anche la Corea ha giocato a rimpiattino, annunciando l'esclusione del Giappone dai partner commerciali che godono di un export agevolato. Nel concreto, l'esclusione di Tokyo comporterà una dilazione nei processi di autorizzazione delle esportazioni. Parallelamente, Seul ha accellerato una serie di misure economiche – del valore di circa 226 milioni di dollari – per aiutare l'economia nazionale a favorrire le produzioni in loco di prodotti dapprima importati dal Giappone. Le istituzioni sudcoreane hanno espresso preoccupazione e rammarico per le decisioni prese da Tokyo: “D'ora in poi, il nostro governo risponderò alle ingiuste misure del Giappone con un atteggiamento risoluto” ha dichiarato la portavoce della presidenza sudcoreana, Ko Min-jung. Già agli inizi di agosto, quando si profilavano le tensioni commerciali, il ministro degli Esteri sudcoreano, Kang Kyung-wha, aveva dichiarato che Seul potrebbe essere costretta a riconsiderare la cooperazione con il Giappone nel campo della sicurezza: “Dal momento che le restrizioni al commercio sono state adottate dal Giappone citando ragioni di sicurezza, ci vedremo costretti a rivedere la struttura della cooperazione alla sicurezza tra Corea del Sud e Giappone” ha dichiarato il ministro.

Per il presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in, si tratta di una “rappresaglia ecoomica ingiusta”. La tensione commerciale che, finora, ha visto nell'agone i due blocchi Usa e Cina, pare essere proliferata anche nell'enclave asiatica. Si tratta di aspettare esiti a lungo termine di questa nuova, fragile sfida.