SVOLTA IN LIBIA: MISURATA SI DISSOCIA DA TRIPOLI, OK ALL’ACCORDO CON TOBRUK

Misurata si smarca da Tripoli sulla linea da adottare per mettere fine alla guerra civile in Libia. Un dirigente delle milizie di Misurata, Ismayl al Majari, ha spiegato all’emittente televisiva Al Arabiya che sono favorevoli a un accordo di riconciliazione nazionale: “E’ l’unica soluzione possibile e non è possibile trovare altre soluzioni tramite le armi. Molti mujaheddin mi chiedono il perché stanno ancora combattendo e il perché non viene costruito uno Stato”, ha spiegato. Le milizie di Alba della Libia di Tripoli rifiutano il dialogo con il parlamento di Tobruk e intendono continuare a combattere. Gli uomini di Misurata sperano che il nuovo inviato dell’Onu per la Libia, il tedesco Martin Kobler, riesca a convincere Tripoli ad accettare l’accordo.

Giovedì l’ambasciatore libico all’Onu, Ibrahim Dabbashi, ha detto che la formazione di un governo di unità nazionale in Libia “è imminente” e forse potrebbe avvenire già “entro la fine di questo mese”. Da parte sua, l’inviato Onu per la Libia uscente, Bernanrdino Leon, ha ammesso che né la Camera dei rappresentanti, ne’ Congresso generale nazionale, i fori legislativi di Tobruk e di Tripoli, hanno dato il “via libera formale” all’accordo per arrivare ad un governo di unità nazionale.

Tuttavia, il diplomatico spagnolo che detto che la maggior parte dei rappresentanti dei due Parlamenti rivali hanno garantito per iscritto “la loro determinazione ad approvare i risultati del processo di dialogo” mediato dalle Nazioni Unite. La proposta di accordo presentata lo scorso 8 ottobre a Skheirat, in Marocco, ha ricevuto forti resistenze “in particolare alla Camera dei rappresentanti, per quello che è stato percepito come un’insufficiente rappresentanza dell’est, in particolare a Bengasi”, ha detto ancora Leon.

Dal 2 agosto 2014 la Libia è divisa in due quadranti dove sono attive due compagini parlamentari: quella di Tobruk, riconosciuta dalla comunità internazionale, e il Congresso nazionale libico con sede a Tripoli. Questa situazione si è verificata dopo il rifiuto da parte dei gruppi islamisti di riconoscere il risultato delle elezioni parlamentari del 2014 che avevano visto la vittoria delle fazioni più moderate, pur se con una partecipazione al voto molto bassa. Le milizie islamiche hanno dunque conquistato il controllo di Tripoli, spingendo il governo ad abbandonare la città e a rifugiarsi nella citta’ di Tobruk, nella parte orientale del paese, al confine con l’Egitto. Secondo l’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari dell’Onu, “i conflitti armati e l’instabilita’ politica hanno avuto un impatto su piu’ di tre milioni di persone in Libia”. In un paese di 6,3 milioni di abitanti, “2,44 milioni di persone hanno bisogno di protezione e di assistenza umanitaria”.