Stop dell'Alta corte alle nozze gay

L'Alta Corte del Kenya ha bocciato il ricorso per l'abolizione delle leggi, di epoca coloniale, contro gli omosessuali, spiegando che un eventuale accoglimento avrebbe potuto aprire la strada ai matrimoni fra persone dello stesso sesso, non ammessi dalla locale Costituzione. 

La decisione

“Riteniamo che la sezione del Codice penale su cui è stato presentato ricorso non sia incostituzionale“, ha annunciato il giudice Roselyne Aburili, “per questo respingiamo il ricorso”. A detta dei magistrati, non ci sarebbero prove sufficienti che dimostrino come le leggi criticate provochino discriminazione. Anzi, secondo la Corte le leggi rispecchiano i valori del Paese. Per Aburili, l'abrogazione avrebbe inevitabilmente aperto alla convivenza delle coppie omosessuali con accordi “simili al matrimonio” e “avrebbe aperto direttamente la porta alle unioni tra persone omosessuali”. Ha aggiunto che la questione dell'omosessualità era stata evocata al momento della redazione della Costituzione, approvata con referendum nel 2010, e che i kenioti non avevano “ritenuto saggio prevedere il matrimonio gay”.

Motivazione

Il magistrato ha anche sottolineato che l'articolo 45 della Costituzione dedicata alla famiglia specifica che “ogni persona adulta ha il diritto di sposarsi con una persona del sesso opposto”. Secondo il collegio, non ci sono prove scientifiche conclusive per ritenere che gli omosessuali “siano nati con tale orientamento” e necessitino quindi di considerazione speciale all'interno della Costituzione. Secondo il giudice John Mativo, mancherebbero gli elementi per dimostrare che le norme attuali discriminino gli omosessuali. Le leggi puniscono “ogni persona” e non fanno riferimento esplicito agli omosessuali, ha aggiunto.