Stallo nella lotta al Califfato: Palmira di nuovo a rischio, le milizie nere resistono a Mosul

Avevano detto che quella contro il Califfato sarebbe stata una guerra lunga e le previsioni, puntualmente, trovano riscontro nella realtà. Dopo un inizio promettente le operazioni in Siria e Iraq vivono una fase di stallo che consente all’Isis di resistere e portare a segno nuove vittorie militari. Come a Palmira, liberata sei mesi fa e che ora rischia di tornare in mano ai jihadisti.

Lo sforzo bellico per la riconquista di Aleppo ha richiesto l’impiego di truppe e mezzi prima impegnati nella lotta al gruppo terroristico, col risultato che avamposti strategici, come l’antica città sono rimasti scoperti. L’Isis oggi occupa gran parte della città e zone nevralgiche come una base aerea, un giacimento di metano e alcuni villaggi. Sempre in Siria, non sono stati compiuti passi significativi sul terreno dopo gli annunci, accolti con grande clamore mediatico, da parte delle forze curde filo-Usa di voler lanciare l’offensiva su Raqqa, roccaforte Isis. E l’offensiva dei militari turchi per “liberare” al Bab, cittadina in mano al  Daesh tra Aleppo e l’Eufrate, sembra mirata più contro i curdi che contro l’Isis.

E in Iraq, il premier filo-iraniano Haidar al Abadi ha oggi ribadito che le forze governative e le forze ausiliarie “hanno ottenuto grandi risultati contro l’Isis” attorno e dentro Mosul. Da oltre due mesi, il bastione del Califfato nel nord del Paese è assediato dalle forze di Baghdad e dalle milizie filo-iraniane sostenute dalla Coalizione aerea internazionale a guida americana. Eppure, per stessa ammissione dei generali di Baghdad, solo “il 40% della parte orientale di Mosul è stata liberata”. Il resto è ancora in mano ai jihadisti, che ha anche il controllo dei quartieri occidentali, separati dal fiume Tigri.

Intanto da Aleppo est si continua a fuggire. E le forze governative siriane e russe hanno oggi lanciato un ultimatum agli ultimi 5mila civili e miliziani ancora rimasti nel perimetro sotto assedio. Secondo il Comitato internazionale della Croce Rossa, sono state evacuate 25mila persone. L’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) parla di 16.500 evacuati, di cui 5mila miliziani, in una settimana. L’Iran, e le milizie irachene e libanesi impegnate in Siria a fianco di Damasco, cantano vittoria per aver portato in salvo migliaia di civili assediati in due località sciite nella vicina regione di Idlib. E il governo turco parla addirittura di 37.500 persone portate fuori da Aleppo est. Le cifre non sono verificabili in maniera indipendente.