Spagna, la coalizione mancata e il volo dell'ultradestra

In Spagna tutto è possibile. Anche che, nel giro sei mesi dalle ultime elezioni legislative, l'emiciclo del Parlamento venga politicamente rivoltato come un calzino. Gli esiti del voto di Madrid hanno confermato la vittoria del Partito Socialista Operaio Spagnolo (Psoe) di Pedro Sánchez, ma lo hanno anche ridimensionato. Nel puzzle delle Cortes a imporsi è stata l'ultradestra: il partito di Santiago Abascal ha raddoppiato i seggi da 24 a 52, mentre da aprile lo Psoe ha perso tre seggi. Sánchez, che aveva chiesto un governo di coalizione con il partito Unidas Podemos, alla luce dell'esito del voto sicuramente l'otterrà: il dissidente Íñigo Errejón di Más País, è, infatti, pronto ad unirsi a Sánchez offrendo i suoi tre seggi. Ma anche Iglesias (Unidas Podemos) si prepara alla coalizione, avvertendo l'esigenza di isolare la deriva nazionalista.

La vittoria dell'ultradestra

È Vox, il partito di Abascal, a trionfare in questa tornata elettorale. Entrato in Parlamento l'anno scorso e ora terzo partito del Paese, la voce dell'ultradestra ha mostrato che, quando non si trova un accordo, a vincere sono gli orientamenti politici più sottovalutati. Così è stato per Vox, bollato – quasi ridimensionato – a parvenza politica del “franchismo”. Eppure, il suo messaggio “machista” ha attecchito in una massa di elettori più stanchi che “fascisti”. Dalle colonne di Repubblica, lo scrittore spagnolo Manuel Vilas ha dichiarato che “l'estrema destra l'ha portata l'indipendentismo catalano”. È proprio la questione irrisolta della situazione catalana ad aver infiammato gli animi del nazionalismo ed aver trovato accoglienza in Vox. Pensando di potersi sbilanciare con un voto di “conferma” più corposo, il premier Sánchez, convinto dal suo fido consigliere Ivan Redondo, ha giocato la carta delle nuove elezioni. Ma gli esiti rivelano la realtà: nessuno dei due schieramenti raggiunge, se raccorpato, 176 seggi, cioè la maggioranza assoluta per formare il governo. La sinistra arriva a 158, la destra a 149: cifre che, più delle parole non dette e degli auspici disillusi, fotografano la realtà che la Spagna si appresta ad affrontare.

Si dimette Rivera 

Oggi Albert Rivera, del partito Ciudadanos ha annunciato ufficialmente le sue dimissioni dopo l'esito del voto. “È una decisione personale, in coerenza” con la storia, ha dichiarato Rivera, che si è assunto tutta la “responsabilità personale” della sconfitta del voto di ieri. Rispetto ai 57 seggi della precedente legislatura, il partito Ciudadanos esce ridimensionato in modo stracciante, mantenendo soltanto 10 seggi