Sospetta spia rimossa dall'ambasciata di Mosca

Era sospettata di intrattenere relazioni con la Russia negli ultimi dieci anni, trascorsi in servizio presso l'ambasciata americana a Mosca: per questo una donna, funzionario di lunga data presso il distaccamento diplomatico nella capitale russa, è stata rimossa dal suo incarico con l'accusa di aver organizzato (e organizzare tuttora) incontri non autorizzati con il servizio di Intelligence russo, l'Fsb, e di scambiare informazioni con questo. Secondo quanto riferito da un funzionario amministrativo dell'ambasciata alla Cnn, non è inusuale che si intrattengano rapporti con tali personaggia anche se, spiega, “lei stava fornendo più informazioni di quanto avrebbe dovuto”. Stando alla stessa fonte, pare che la donna sia stata colta in flagrante a seguitodi un finto scambio di informazioni inscenato dall'Ufficio di sicurezza regionale (che aveva allertato l'ambasciata dei suoi movimenti sospetti già nel gennaio 2017) allo scopo di dimostrare l'attività illecita della donna: “Le abbiamo dato informazioni specifiche che l'abbiamo vista restituire all'Fsb”.

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Pare che la donna sia stata licenziata già la scorsa estate, dopo che il dipartimento di stato ha revocato l'autorizzazione di sicurezza concessa a chi ricopre tale ruolo. Assieme a questo, la sospetta spia avrebbe avuto accesso anche ai sistemi intranet e alla posta elettronica dell'Intelligence russa ma, come rivelato ancora alla Cnn dalla stessa fonte, la donna non avrebbe avuto tuttavia accesso a informazioni riservate o altamente classificate. Il Dipartimento di Stato, presso la quale la donna era impiegata (tali dipendenti vengono poi smistati attraverso agenzie), non ha per ora commentato la rivelazione, fatta per primo dal quotidiano 'The Guardian', spiegando di non avere nulla da dire rispetto alle accuse relative a questioni di Intelligence e, nello specifico, riguardanti questo caso.

Indagine futura?

Al momento non è chiara quale sia la portata delle conseguenze dovute alla presunta attività di spionaggio. Secondo il 'The Guardian', come espediente per smascherare la donna sarebbe stato allestito un ordine sull'interruzione del servizio di un discreto numero di soldati da una missione diplomatica. A ogni modo, spiega una fonte al quotidiano, “il danno era già stato fatto” anche se “l'alta dirigenza del Servizio segreto non ha condotto alcuna indagine interna per valutare il danno e per verificare se avesse reclutato altri dipendenti per fornirle maggiori informazioni. Solo un'intensa indagine da parte di una fonte esterna può determinare il danno che ha fatto”.