Slitta il verdetto per Mubarak. La Corte deciderà il 29 novembre

[cml_media_alt id='7663']mubarak[/cml_media_alt]Doveva essere il giorno del verdetto, per l’ex presidente egiziano Hosni Mubarak. L’86enne, accusato assieme ai due suoi figli di complicità nell’omicidio di centinaia di manifestanti durante le rivolte del 2011, aveva già ottenuto una condanna all’ergastolo, poi annullata a causa di “problemi tecnici”, e una a tre anni di reclusione per corruzione. Ma questa mattina, da parte della Corte, si è visto un ulteriore passo indietro: la decisione è stata rinviata al prossimo 29 novembre. Motivazione, secondo quanto affermato dal presidente dei tre giudici cui è affidato il giudizio, il fatto che “è stato esaminato solo il 60% dei 160 mila documenti a disposizione delle autorità”. Per annunciare la decisione è stato trasmesso nell’aula del tribunale un video in cui un’esperta spiega l’enorme mole di documentazione e, con essa, le difficoltà nel catalogarla.

Ma ai cittadini del Cairo questa decisione non è andata giù. Di fronte all’accademia di polizia sono immediatamente scoppiate proteste e liti tra gli stessi insorti: da una parte i pro-Mubarak, dall’altra le famiglie dei manifestanti uccisi. Gli scontri hanno portato a feriti ed arresti, e al momento le strade adiacenti sono state bloccate. Le forze dell’ordine hanno accompagnato l’ex presidente  – in barella – sull’elicottero che lo riporterà presso l’ospedale militare in cui è ricoverato. Il rinvio del giudizio ha coinvolto anche il ministro degli Interni Habib al-Adly e sei ex alti responsabili della Sicurezza.